TANDEM TRA FINZIONE E REALTÀ: Cannibalismo e film

Un argomento forte per stomaci forti... tanti film da tutto il mondo, specialmente dall'Italia patria del genere "Cannibal Movies"

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TANDEM TRA FINZIONE E REALTÀ: Il cannibalismo

Una delle paure più condivise dagli uomini di tutti il mondo, di qualsiasi razza, estrazione sociale o cultura; è sicuramente quella di essere "mangiati" dal mostro di turno.

Paura che ci cresce dentro fin da bambini assieme alla inesplicabile paura del buio, confermata fin dalle fiabe con mostri come il lupo cattivo di Cappuccetto Rosso o la strega di Hänsel e Gretel, dove il mostro di turno brama sempre di mettere i denti sulla carne soffice e paffutella del bambino servito a tavola come piatto del giorno di turno.

Mostri mangiatori di carne umana che sono poi mutuati anche nei romanzi come Dracula, dove offre in pasto un neonato alle sue favorite principesse affamate del suo ospite Jonathan Harker; oppure nel terrificante mutaforma, spesso travestito da clown, protagonista del celebre "It" di Stephen king, mangiabambini che prima di nutrirsi spaventa a morte le sue vittime per renderle "più saporite".


La stessa parola "cannibale" è stata poi usata per secoli in modo improprio, essendo più corretto il termine "antropofago", come osserva il mio collega Milo Julini nel suo articolo, anche se divenuta comune col tempo grazie all'uso convenzionale, mutata dalla vecchia parola "Canibal" che era poi una storpiatura del termine "Caribal", ovvero gli abitanti dei Caraibi che avevano appunto fama d'essere mangiatori di uomini.

Ovviamente un cannibale non è necessariamente sempre e comunque un mostro sanguinario, basta vedere le vicende narrate nel film "Alive - Sopravvissuti" del 1993, basata sulla reale vicenda accaduta a una squadra di rugby schiantatasi col suo aereo sulla cordigliera delle Ande.

Isolati, abbandonati e senza speranza di essere trovati dai gruppi di soccorso, lo sventurato gruppo sarà costretto a cibarsi della carne di alcune vittime dell'incidente per sopravvivere, in attesa che un gruppo di loro riesca a superare la torva catena montuosa e arrivare in Cile per chiedere soccorsi.


Un buon film di genere survival/biopic diretto da Frank Marshall, messo in scena con la giusta dose di pudore e senza eccessivi e facili sentimentalismi nonostante le vicende narrate.

Soprattutto valida la scelta per il cast composto da giovanissimi su cui tra tutti si stacca decisamente il sempre ottimo Ethan Hawke, protagonista poi che sarà ovviamente uno dei due sopravvissuti che riuscirà faticosamente a raggiungere la civiltà per chiedere aiuto.


Altra storia ispirata a reali vicende è poi "L'insaziabile", decisamente più di genere e decisamente più riuscito e spaventoso, film del 1999 per la regia di Antonia Bird.

Prendendo spunto da reali casi di cannibalismo ai tempi della corsa all'oro in California nella seconda metà dell'Ottocento, partiamo semplicemente da un sopravvissuto che chiede aiuto a dei soldati asseragliati in un forte al confine con il Messico.

Una storia che prende il via dal racconto incredibile di morte e cannibalismo dell'uomo, per poi variare e allargarsi in un carosello sempre più folle di imbrogli, furti di identità e una sempre maggiore fame ("insaziabile" appunto) di carne umana da parte di alcuni personaggi.


Mangiatori di uomini per caso che ora non possono fare più nulla per far tacere l'insano appetito, finiranno poi per ritrovarsi in un inevitabile atto finale, uno contro l'altro e ognuno conscio dei segreti dell'altro, tragicamente sia uniti che divisi dai motivi stessi che li ha resi nemici fin dal principio.

Bravissimi i due attori principali, Guy Pearce e Robert Carlyle, uno famoso protagonista del celebre "Memento" di Christopher Nolan e l'altro indimenticato e cattivissimo ubriacone manesco nel cult generazionale "Trainspotting" di Danny Boyle; diretti alla perfezione dalla bravissima Antonia Bird, già regista dell'ottimo "Il prete" nel 1994, altra crudele storia di pedofilia, violenza e corruzione nella Liverpool degli anni '90.


Altrettanto inquietanti poi le vicende ispirate dal medico cannibale Alfredo Ballí Treviño, conosciuto in carcere dallo scrittore di best sellers Thomas Harris, che poi costruì a sua immagine e somiglianza il famoso personaggio di Hannibal Lecter.

Psicologo dalla sconfinata cultura e gusto per l'arte, la musica e (ovviamente) la buona cucina; il buon dottore appare al cinema per la prima volta con le fattezze dell'attore Brian Cox nel film "Manhunter - Frammenti di un omicidio", storico thriller poliziesco del 1986 per la regia del grande Michael Mann.


Sostituito poi nel 1991 da Anthony Hopkins nell'altrettanto celebre e riuscitissimo "Il silenzio degli innocenti", film del 1991 diretto da Jonathan Demme, altrettanto originale e innovativo come era stato pochi anni prima il film di Mann.

Anthony Hopkins che sarà ancora presente poi in "Hannibal" del 2001, fiacco sequel diretto da Ridley Scott e che si discosta troppo dalla cattiveria originale del libro di Harris; nonchè poi in "Red Dragon", altro remake decisamente evitabile diretto da Brett Ratner sulla falsariga del film di Mann dell'86.


Sarà invece il giovane e feroce Gaspard Ulliel a intepretarlo nel prequel "Hannibal Lecter - Le origini del male", film del 2007 di Peter Webber; già più dignitoso film al cui manca però la suspance e soprattutto il contradditorio con un forte "nemico" quale era stato William Petersen nel primo e Jodie Foster nel secondo capitolo della saga; qui invece ridotto alla inconcludente e impalpabile figura di un ispettore francese, seppur interpretato dal solitamente bravo attore caratterista Dominic West.

Ma ovviamente non possiamo affrontare un argomento del genere senza tirare fuori alcuni titoli precursori del genere poi denominato "Cannibal Movie", tutti di origine italiana e a cui autori e registi di tutto il mondo continuano a ispirarsi ancora oggi per un genere visivamente violento e sanguinario come pochi.


Nati nell'epoca di una Italia sconvolta e attanagliata dal terrorismo, questi film ne "esorcizzavano" visivamente e moralmente la paura con una violenza altrettanto esasperata e portata agli estremi come mai prima, vedasi su tutta la cosidetta "Trilogia dei cannibali" di Ruggero Deodato.

Composta dai vari "Ultimo mondo cannibale" del 1977, "Cannibal Holocaust" del 1980 e "Inferno in diretta" del 1985; le opere di Deodato scioccano immediatamente il pubblico con delle sadiche e rudi scene di cannibalismo, tali al punto da costare al regista 4 mesi di carcere per il più celebre dei tre, "Cannibal Holocaust", con l'accusa di avere seviziato e ucciso realmente degli animali durante la sua realizzazione.


Tutti film che attecchirono ovunque nel mondo creando un movimento di fans vivo e vegeto ancora oggi, fans che si riferivano a Deodato con l'epiteto niente meno che di "Monsieur Cannibal" e tra cui su tutti è spiccato recentemente il regista Eli Roth, il quale ha tentato con discreto successo di pubblico (e discreto rigore di censura) a riproporne la formula al cinema col suo "The Green Inferno" del 2013.

Ma in realtà, seppur forse quelli di Deodato sono divenuti più famosi, i cannibal-movie erano cominciati con Umberto Lenzi e il suo "Il paese del sesso selvaggio" del 1972, anch'esso primo di tre film sul genere cui seguirono poi "Mangiati vivi!" del 1980 e "Cannibal Ferox" nel 1981.


Tutti film altrettanto sanguinolenti e cattivi come quelli di Deodato, ma che forse non portavano giustizia al vero talento di Lenzi che si sarebbe poi visto nei ben più riusciti polizieschi all'italiana come "Milano odia" del '74 o anche i vari "Napoli violenta" e "Roma a mano armata" del '76.

Un genere quello dei cannibal-movie sicuramente non troppo amato dalla critica, ma sicuramente amato alla follia dal pubblico pagante sempre felice di vederne i protagonisti all'avventura in terre esotiche che venivano puntualmente fatti prigionieri e seviziati dalle tribù cannibali di turno.


Un genere che poi avrebbe ispirato altri registi italiani come Sergio Martino, autore versatile che spaziava dai polizieschi come "La polizia accusa" del '75 fino alle commedie come il celeberrimo "L'allenatore nel pallone" del 1984, cimentatosi coi cannibali nel suo  "La montagna del dio cannibale" del '78.

Come non citare poi il sempre troppo poco citato Joe D'Amato, più famoso forse per i suoi film pornografici, ma in realtà ottimo regista per i film di genere a basso budget, anch'esso lanciatosi lungo l'onda dei c-movie con i suoi "Emanuelle e gli ultimi cannibali" e "Antropophagus", violenti anch'essi ma che non lasciavano da parte quell'amore per l'eros e le figure femminili forti, libere e sessualmente appagate solite alla filmografia del piccolo genietto D'Amato.


Chiusa questa corposa ma dovuta parentesi sul cannibalismo all'italiana, forse snobbato e deriso dai critici con la erre moscia e la puzza sotto al naso ma che, come poi nei generi poliziesco, western e fantascientifico; ha portato lo "stile tricolore" a essere copiato, emulato e re-impacchettato in centinaia di epigoni cinematografici realizzati in ogni angolo della terra.

Chiudiamo questo articolo quindi con i miei consigli su 3 film di recente o recentissima realizzazione sull'argomento, ovviamente dando già per consigliato l'ottimo "The Green Inferno" di Eli Roth di cui parlavamo prima.


DELICATESSEN (1991 - Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro)
Il primo (e migliore) film sul cannibalismo degli ultimi anni è, secondo chi vi scrive, il grande "Delicatessen", film del 1991 per la regia di Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro.

Una storia ambientata in un futuro distopico e post-apocalittico dove ormai non c'è quasi più nulla da mangiare sulla faccia della terra e gli uomini sono quindi divisi in vegetariani e cannibali.

"Delicatessen" è il nome appunto della macelleria alla base del caseggiato dov'è ambientata la vicenda, gestita dal sanguinario ma anche irresistibilmente simpatico personaggio intepretato da Jean-Claude Dreyfus; il quale sbarca il lunario vendendo un tanto al chilo la carne degli sventurati condomini che si avvicendano nei vari appartamenti sopra la sua testa.

Un film dal raro e squisito gusto visivo e umoristico alla "Grand Guignol", fatto di personaggi cattivi, spietati e pronti a tutto e altri ancora stupidi, ingenui e inermi come non mai contro questa spietata "cattiveria sociale" tutta votata alla pura sopravvivenza del più forte.

Un film da non perdere per un ottimo regista al quale verrà poi affidato il quarto capitolo della saga di Alien, "Alien - La clonazione", il più incompreso e massacrato del mucchio, ma in realtà più che dignitoso e divertente film che mescola con gusto horror, azione, fantascienza e una serie di personaggi ben delineati e volutamente sopra le righe; ma che saprà poi furbescamente ingraziarsi di nuovo il pubblico con il grande successo del suo "Il favoloso mondo di Amélie".


CANNIBAL LOVE - MANGIATA VIVA (2001 - Claire Denis)
Insolitamente (dato l'argomento) diretto da una regista donna, forse proprio per questo è il primo film che affronta SERIAMENTE anche l'argomento in senso prettamente sessuale, non solo accennandone per portarlo su schermo come puro "divertissement" visivo.

Un film dove i protagonisti sono Vincent Gallo e Tricia Vessey, qui marito e moglie alla ricerca di uno scienziato perduto che li ha coinvolti in una ricerca sperimentale per l'aumento del desiderio e la libido sessuale.

Una ricerca che sortisce l'effetto voluto anche ben oltre le loro aspettative, portando cioè il desiderio durante l'atto sessuale in vero e proprio cannibalismo omicida.

I due sono quindi costretti a mietere vittime lungo il loro viaggio e nella spasmodica ricerca dello scienziato svanito nel nulla, sempre più consci che la loro situazione è comunque e ormai quasi sicuramente irreversibile.

Una storia davvero toccante in alcuni punti, antropofogicamente violenta in altri, sessualmente repressa in altri ancora; per una regia comunque non certo di maniera ma in un certo senso quasi "documentaristica" e che non punta come altri alla scena ad effetto col crescendo finale in musica smielata per il solito scontato happy ending.


WE ARE WHAT WE ARE (2013 - Jim Mickle)
Già regista dell'ottimo "Stake land", ennesima variante alla "The Walking dead" sul genere però questa volta vampiresco, questo giovane regista americano torna a colpire nel 2013 con un'ottima storia di cannibali a "sfondo familiare".

Il detto "siamo quello che siamo" del titolo si può tradurre in questo caso probabilmente come "siamo come quel che mangiamo", un doppio riferimento sia ai cannibali in questione della allegra famigliola di questo film; sia alla "last generation" (nella fattispecie americana) che si ingozzano di schifezze avvelendosi lentamente ogni giorno.

Emblematiche in questo senso le ripetute visite al supermarket, corridoi e corridoi di prodotti tutti uguali composti per lo più da materiale di scarto, non molto meglio della carne umana consumata dalla famiglia che pensa probabilmente che i veri mostri siano quelli al di fuori della loro porta.

Un film con un evidente "passaggio generazionale", quando le due ragazzine causa forza maggiore devono impegnarsi per fare arrivare il pane in tavola (non proprio il "pane", capiamoci) ed ereditare oltre che le responsabilità anche il peso di un passato mai dimenticato dal padre, che dovranno accudire come lui ha accudito loro fin da piccolissime.

Un film che si ama o si odia, remake del messicano, "Somos lo que hay" del 2010 diretto da Jorge Michel Grau; il quale il vostro umile chiede venia ma deve ancora vedere per potere equipare e recensire al cospetto di questo, comunque, ottimo rifacimento di un ottimo regista esordiente.


COME SEMPRE VI RINGRAZIAMO PER LA VOSTRA ATTENZIONE E DEDIZIONE AGLI ARTICOLI DELLA NOSTRA RIVISTA, IN SPECIAL MODO PER NOI RIGUARDO AI NOSTRI "TANDEM" DI CINEMA, CRONACA E CULTURA GENERALE. PER CHI SI SENTE IN VENA DI DIRE LA PROPRIA AL RIGUARDO RICORDIAMO SEMPRE LO SPAZIO DEI COMMENTI SOTTOSTANTI, VISTO QUELLO DI OGGI E' UN GENERE DI FILM CHE HA FATTO DISCUTERE PER DECENNI. NEL FRATTEMPO VI DIAMO APPUNTAMENTO ALLA SETTIMANA PROSSIMA, AUGURANDOVI UNA BUONA DOMENICA E VISTA L'ORA (E L'ARGOMENTO DI OGGI) ANCHE UN CALOROSO... BUON APPETITO!!

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Articolo pubblicato il 19/02/2017