Tutti vogliono qualcosa

Sesso, droga e rock & roll stile anni '80 per l'ultimo divertente e appassionato film "collegiale" a firma di RIchard Linklater, apprezzato regista del noto "School of Rock"

Regista poco più che cinquantenne ma già dalla invidiabile filmografia, Richard Linklater è tornato l'anno scorso al cinema con un'altra commedia pura dopo il suo famoso e apprezzatissimo "School of Rock" del 2003.

Non che nel frattempo sia stato a poltrire con le mani giunte in grembo roteando i pollici senza idee, intendiamoci.

Anzi si è cimentato in alcuni film "sperimentali" come il gustoso "A Scanner Darkley - Un Oscuro Scrutare", da me già peraltro consigliato nel mio articolo "Tre passi DENTRO MONDI IRREALI", interessante esperimento di "trip narrativo e visivo" con attori in carne e ossa trasformati in cartoni animati successivamente al computer.

Oppure ancora l'altrettanto innovativo "Boyhood", storia di dramma, amore e incomprensione a sfondo familiare, girato nell'arco di oltre 10 anni (dal 2002 al 2013) radunando più volte la troupe e il cast nel corso del tempo e rendendo così alla perfezione durante il film lo sviluppo e la crescita da bambini a ragazzi adolescenti dei piccoli protagonisti.



Il tutto girando inoltre alcuni ottimi film come "Fast food nation", spaccato culturale sul cibo spazzatura americano girato sulla falsariga del documentario "Super Size Me"; oppure "Me and Orson Welles" e "Bernie", film biografici/romanzati di cui il primo incentrato sulle vicende di un giovane attore che ha a che fare col grande mitico regista americano e il secondo invece su tragicomico caso di cronaca amore/omicidio avvenuto nel Texas negli anni '90.

Per non parlare poi degli attesissimi "Before Sunset" e "Before Midnight", i due seguiti della trilogia cominciata nel lontano 1995 con "Prima dell'alba", storia di amore (quasi) platonico tra i due giovanissimi Ethan Hawke e Julie Delpy, incontratisi per caso e colpiti da Cupido su un treno per Vienna e che avevano creato un discreto seguito di spettatori trasformandolo letteralmente in un piccolo cult generazionale.



Piccolo cult come tra l'altro era anche il suo "La vita è un sogno" del 1993, primo vero successo del regista di cui questo film di cui andremo a parlare oggi, "Tutti vogliono qualcosa", si può considerare senza dubbi decisamente il suo "erede spirituale".

Ma andiamo a vedere più nel dettaglio i punti di forza che rendono questo film meritevole di essere visto e consigliato agli amici.


SESSO, DROGA E ROCK & ROLL STILE ANNI '80
Un gruppo di ragazzi, tutti neo-acquisti della famosa squadra locale di baseball, sta per cominciare il suo primo anno di college alternando le loro giornate tra feste, ragazze, goliardia e ovviamente birra a fiumi e tonnellate di spinelli fumati in compagnia.

Data la storia e gli argomenti trattati vi potrebbe sembrare di parlare dell'ennesimo epigono di "Animal House", sulla scia dei film di seconda categoria copia/incollati sul genere tipo i vari "Porky's" o "American pie"; ebbene in tal caso vi sbagliereste di grosso.



In questo caso infatti siamo più vicini spiritualmente alla "anarchia organizzata" e la impeccabile perizia tecnico visiva del film del '78 di John Landis, rispetto alle altre (seppur divertenti e spassose, anche se facilotte e un pò volgari) commedie fatte più che altro per raggranellare quanti più soldi possibili al botteghino.

Un film che in realtà si inserisce alla perfezione nella linea autoriale di Linklater, trattando in modo più leggero gli argomenti da sempre cari al regista come la gioventù e la perdita dell'innocenza, la crescita e il cambiamento oltre che, come sempre, i temi tanto cari ai giovani (e non) come l'amore, l'amicizia, la musica e il divertimento.



Un pò "il senso della vita" dal punto di vista di questi giovani ragazzi scapestrati, rumorosi e festaioli che non hanno una sola preoccupazione al mondo e la vita ancora intera tutta davanti ai loro occhi, innocentemente gioiosi e dediti agli scherzi e le belle ragazze come missione numero uno nella vita.


MAI FARE DI TUTTA L'ERBA UN FASCIO
In questo caso ci riferiamo senz'altro ai vari protagonisti di questa storia, dove all'inizio potrebbero sembrare i classici bei facciotti intercambiabili stelle e striscie dal fisico palestrato e la parlantina sciolta; in realtà sono molto più ben differenziati di quanto ci si potrebbe aspettare.

Nessuno di loro è infatti perfetto nè una guida o un faro per i compagni, dal battitore che sembra quasi un dio greco pieno di perle di saggezza che spara a raffica ininterrottamente, ma in realtà si infuria bestialmente spaccando tutto quando perde una semplice partita a ping pong.



Oppure il compagno di stanza sempre al telefono con la lontanissima fidanzata, partendo preoccupatissimo per averla messa incinta e preso in giro da tutti i suoi compagni, i quali probabilmente "riflettono" su di lui la paura di una responsabilità familiare ancora lontana nel futuro e alla quale è troppo presto pensare o preoccuparsene.

Per non parlare poi del santone sempre con uno spinello o un bong in mano, pieno di teorie sulle grandi corporazioni che controllano la mente dei giovani influenzando il rock&roll e convinto di poter leggere nel pensiero dei compagni, il quale però si rivela un truffatore ultra-trentenne che si è infiltrato tra i collegiali solo per nostalgia e voglia di far festa.



Insomma un ecosistema variegato e popolato di strani personaggi nei quali sicuramente rivedremo alcuni dei caratteristici amici della nostra infanzia, dall'amico rissoso sempre pronto a menare le mani a quello che conquista ragazze stordendole all'infinito con le sue chiacchere sulla "lunghezza media" del suo pene; fino ovviamente al protagonista iniziale che forse è il più "neutro" tra i vari personaggi come fosse una "tela bianca" pronta a essere dipinte dal susseguirsi dei vari episodi e scaramuccie tra i suoi compagni.


LINKLATER SE LA CANTA E SE LA SUONA
Chiedo umilmente scusa per il titolo di prima "Sesso, droga e Rock&Roll", visto che i vari brani proposti come "soundtrack" alle giornate dei ragazzi è molto più variopinto e non si limita a un solo genere o artista musicale.

Come del resto da tradizione del regista fin dai tempi (e anche prima) del suo famoso "School of rock" con un vulcanico e incontenibile Jack Black rockettaro accanito mai disposto a scendere a compromessi pur "di spaccare"; anche in questo caso i giovani non si pongono tanti problemi di genere o età di un pezzo purchè sia piacevole da ascoltare.



Passiamo quindi dalla pura e tecno "disco music" anni '80/'90 ballata alla Tony Manero in una discoteca dalla quale riusciranno malamente a farsi buttare fuori, per andare poi a un raduno cowboy pieno di country music nella piena tradizione redneck americana; per poi finire infine invitati da un amico ad un concerto punk-rock pieno di fattoni poganti che festeggiano "petto contro petto" urlando tutto il loro amore per la loro musica.

Una tavolozza piena di colori musicali e sensazioni di gruppi sociali molto diversi tra loro per età, estrazione e cultura; uniti però dalla voglia globale di fare festa senza pensieri fino all'alba cercando il più possibile di acchiappare la bella di turno con cui appartarsi "per farle sentire la nostra raccolta di LP" , come dice giustamente il protagonista principale mentre cerca una branda con cui divertirsi assieme a una giovane donzella danzante appena conosciuta.



Un film che insomma è un inno alla vita e alla giovinezza, ben lontano dai "teen drama" cui ci hanno abituato tanti (troppi) mediocri registi e produzioni americane, tutto sorretto sulle spalle e visto attraverso gli occhi di un inguaribile romantico ottimista come Linklater, che riempie ogni dialogo e ogni inquadratura di sotto-testi e piccoli dettagli che da soli valgono una seconda visione più attenta del film, cercando quel piccolo particolare che ci era sfuggito la prima volta.


SONO SEMPRE CONTENTO DI CONSIGLIARE UNA BUONA COMMEDIA DA VEDERE IN ALLEGRIA SENZA PRENDERSI SUL SERIO, GENERE CHE AHIME' VEDIAMO SCADERE FILM DOPO FILM E ANNO DOPO ANNO IN VOLGARI ACCOZZAGLIE DI PERSONAGGI VOLGARI E SQUALLIDI SEMPRE PRONTI AL RUTTO E LA SCORREGGIA FACILE COME FOSSE L'UNICO MEZZO CHE HANNO PER FAR RIDERE GLI SPETTATORI. GRAZIE A NOI PERO' ESISTONO ANCORA DIVERSI REGISTI COME LINKLATER O SETH ROGEN CHE CI DIMOSTRANO CHE INVECE SI PUO' FAR RIDERE ANCHE CON INTELLIGENZA, SI PUO' ANCHE "ESSERE VOLGARI" CON INTELLIGENZA... DATO PER SCONTATO CHE CI SIA ANCHE UN MINIMO DI INTELLIGENZA NELLO SPETTATORE CHE GUARDA IL FILM, OVVIAMENTE.

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Articolo pubblicato il 26/02/2017