BEST OF 2017 - Parte 2

Il meglio del cinema dell'anno appena concluso

Continuiamo questo riepilogo del 2017 con altri 3 pezzi grossi della cinematografia internazionale: Christopher Nolan, Kathryn Bigelow e Robert Zemeckis.

Il primo amato e conosciutissimo dagli amanti dei comics movie per aver dato nuova linfa vitale al personaggio di Batman, con 3 film di altalenante qualita' ma indubbio successo e apprezzamento da parte del grande pubblico; nonche' altri famosi film di successo degli ultimi anni come "Inception" o "Interstellar".

La seconda altra famosissima filmmaker nonche' prima donna in assoluto ad aver vinto l'Oscar alla miglior regia, tra l'altro ex-moglie di un altro "titano" dell'industria cinematografica come James Cameron.

Il terzo invece regista piu' in voga durante gli anni '80, quando la sua trilogia di "Ritorno al futuro" spopolava nei cinema da una parte all'altra del globo, nonche' rilanciatosi poi negli anni '90 con un altro campione di incassi come "Forrest Gump", film forse un po' troppo piacione e "impacchettato" per l'Oscar, ma altrettanto innegabilmente bello e toccante nonostante tutto.

Ed ora, dopo questa piccola ma doverosa introduzione, passiamo direttamente ai 3 film questi registi che possiamo annoverare senza dubbio tra i piu' conosciuti e apprezzati del popolo cinematografico di oggi.


DUNKIRK (Christopher Nolan)
Ultimo film del talentuoso e discussissimo regista inglese, reduce dal successo di "Interstellar" nel 2014, film dalle buone premesse sci/fi ma che secondo il sottoscritto soffre di troppe banalita' in fase di sceneggiatura e di regia; pur essendo stato innegabilmente amato dal pubblico raggranellando la bellezza di quasi 700 milioni di dollari in giro per il mondo.

Nolan si lascia apprezzare molto piu' in questo film, epopea civile/militare della fuga in massa dalla cittadina di Dunkerque nel 1940, assediata dai nazisti e alla quale prestarono soccorso numerosi volontari cittadini, i quali con grande coraggio e le loro imbarcazioni private riuscirono ad evacuare gli ormai stremati superstiti dell'esercito inglese e francese.

Una storia raccontata con pochissimi dialoghi e soprattutto attraverso le immagini, con una tensione incredibile e palpabile che attraversa tutto il film fino alla fine, pur non contenendo scene di violenza esplicita e anzi quasi neppure un inquadratura in cui si vedano soldati nazisti, piu' una minaccia volteggiante e invisibile sopra le loro teste che bombarda senza tregua i superstiti in fuga.

Racconto per immagini che porta alla luce il talento piu' grande e profondo del regista, il montaggio, i movimenti di macchina e la fotografia; raccontando una storia "disconnessa" temporalmente attraverso gli occhi di una serie di personaggi che si alternano uno all'altro in maniera perfetta e armoniosa.

Altrettanto imponente nella sala cinematografica e' il sonoro e le scelte di accompagnamento musicale di tutte le scene e sequenze di fuga e fallimento da parte dei soldati, con temi ed effetti vibranti atti a far salire la tensione non aprendo mai alla melodia, ma tenendo lo spettatore sempre sul filo del rasoio.

Poco piu' di un'ora e mezza di cinema, ma incredibilmente intensa e vissuta ad altezza d'uomo fianco al fianco dei protagonisti della storia, umani nelle loro scelte e i loro comportamenti senza improbabili o stoici eroismi alla "Salvate il Soldato Ryan"; altro film tecnicamente ineccepibile, ma troppo ruffiano e americaneggiante nella sua realizzazione.

Probabilmente il miglior film di Nolan dopo i suoi storici esordi di "Following" e "Memento" e anche l'ottimo "The Prestige", altro film d'epoca in costume sospeso a meta' tra la magia e la fantascienza.


DETROIT (Kathryn Bigelow)
Una delle donne e registe piu' amate del mondo del cinema, ferma da ben 5 anni dopo il suo "Zero Dark Thirty", altro film ultra-premiato che prende il nome dall'omonima operazione militare che porto' all'uccisione di Osama bin Laden; Kathryn Bigelow torna nei cinema nel 2017 con una storia ispirata ai fatti di cronaca avvenuti nella tragica rivolta urbana di Detroit nel 1967.

Un film molto vicine nelle tematiche affrontate al nostrano "Diaz - Non pulire questo sangue" di Daniele Vicari, terrificante resoconto della violenza gratuita della polizia nel celebre caso dell'irruzione nella omonima scuola, usata come dormitorio da alcuni manifestanti durante il G8 del 2001.

In questo caso abbiamo pero' un gruppo di ragazzi di colore e due giovani bianche fermati dalla polizia in un albergo, dal quale erano partiti alcuni colpi di pistola (si scoprira' poi a salve) e brutalizzati dalla polizia locale per ore in attesa di chiarire i fatti.

Un fatto di cronaca gravissimo che fini' con la morte di alcuni di questi ragazzi e il processo farsa nel quale furono assolti i poliziotti responsabili, sollevando l'indignazione popolare e in special modo quella della popolazione di colore di tutti gli Stati Uniti.

Cinque giorni di guerriglia urbana che si conclusero con l'apice raccontato nel cuore di questo film della Bigelow, dove nella coralita' di un film quasi "Altmaniano" concettualmente, emergono su tutte le interpretazioni di John Boyega, guardia giurata di colore che prova a "mediare" tra vittime e carnefici; oltre che poi lo straordinario e giovanissimo Will Poulter, esordito ragazzino nel divertente "Son of Rambow", qui nella parte dello spietato poliziotto che fu a capo e primo responsabile della orrida vicenda.

Una regia che rasenta la perfezione nella ricostruzione storica e scenografica della terribile guerriglia urbana, spietato e implacabile racconto della sopraffazione fisica e morale dei giovani imprigionati nell'albergo, vittime di una manciata di poliziotti che agirono indisturbati anche grazie al lassismo e il menefreghismo dei loro colleghi piu' anziani.

Vittima di una distribuzione nei cinema molto limitata, poco apprezzato in patria e ancora in attesa di uscire nelle sale italiane; resta comunque un film da non perdere che ci racconta un America dura e cinica, razzista e ignorante fino al midollo e incapace di accettare e superare i suoi limiti storici, morali e culturali.


ALLIED - UN'OMBRA NASCOSTA (Robert Zemeckis)
Concludiamo i BEST OF di oggi con questo gustosissimo film di spionaggio, interpretato dalla coppia di divi Brad Pitt e Marion Cotillard e confezionato con gran classe da un veterano del cinema come Robert Zemeckis.

Partendo da un prologo stupendo, nostalgico e romantico tutto ambientato a Casablanca; il film ci parla dell'amore nato al fronte tra le due spie Pitt/Cotillard, incaricate di uccidere l'ambasciatore nazista locale; amore poi coronato al rientro in patria con il matrimonio e la nascita di una bambina.

Ma proprio quando la coppia sembra raggiungere l'apice della felicita', i superiori dell'uomo lo avvisano del loro tremendo sospetto che la donna sia una doppiogiochista al soldo del nemico, sostituitasi nel caos della guerra a un'eroina francese della resistenza.

Inizia cosi' una corsa contro il tempo alla caccia della verita', in attesa di un messaggio nemico che confermi o smentisca la colpevolezza della moglie; mentre il marito indaga senza sosta smuovendo mari e monti pur di sapere i fatti prima dei suoi superiori, i quali giustizierebbero la sua amata senza esitazione per tradimento.

Zemeckis si dimostra ancora una volta un maestro nello spremere il meglio dagli attori a disposizione, incentrando la scena su un sempre piu' confuso e spaesato Brad Pitt contro la bellissima e impenetrabile Marion Cotillard, bellezza francese di rara bravura e sensualita', ormai super-star idolatrata dal pubblico mondiale.

Veramente riuscita la miscela contrastante di amore e sospetto tra i due protagonisti, nel mezzo di una guerra che devasta di bombardamenti le loro citta' ogni notte e trasforma ogni conoscente in un amico o un nemico, un contatto o una potenziale risorsa da sfruttare o eliminare.

Una spy story dallo stile e il sapore retro', pur perfettamente diretta nello stile moderno e sempre tecnicamente all'avanguardia di Zemeckis, regista amante del virtuosismo che qui fa invece parlare una regia piu' posata che eleva ancora di piu' le magnifiche scenografie e ricostruzioni d'epoca.

Un film degli anni '30 diretto con una mano del 2000, attualizzando un genere che speriamo altri seguano nella scia sul ondata nostalgica di questi ultimi tempi, cercando di scovare e resuscitare magari i film storici con attori come Humphrey Bogart o Robert Mitchum, anziche' rivalutare soltanto film anni '80 come gli action di Stallone o Schwarzeneggeriana memoria.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 14/01/2018