Il cinema degli elementi - ACQUA

Acqua, fuoco, aria e terra: quattro film per quattro elementi

Per il mese di Marzo, solitamente associato all'arrivo della primavera e il ritorno di un clima più mite dopo il duro inverno, abbiamo pensato a una serie di articoli incentrati su film che hanno in comune la forte presenza di uno dei quattro elementi classicamente ritenuti alla base dell'esistenza stessa.

Acqua, Fuoco, Aria e Terra; quattro elementi che per secoli hanno fondato la basi della fisica, la chimica, la medicina, l'astrologia e in generale le più disparate e variegate culture e religioni di tutto il mondo.

Elementi che possiamo trovare nelle opere d'arte classiche e moderne, non da meno quindi nel mondo del cinema che da sempre assorbe come una spugna le influenze storiche e ambientali che lo circondano, influenzano e lo compenetrano.

Partiamo il nostro piccolo quadrittico parlando dell'Acqua, probabilmente uno degli elementi più immediatamente associato alla vita stessa, necessaria ed indispensabile agli animali come alle piante; ma che nella sua purezza e fluida vitalità e spesso e volentieri associata anche a disgrazie terribili, tempeste, uragani, maremoti e tsunami e non per ultimo, il diluvio universale stesso, riproposto in diversi miti e religioni differenti, ma sempre con l'idea di fondo della "collera divina" che ripulisce la lordura del mondo attraverso pioggie e inondazioni.

Nel cinema abbiamo avuto tanti film con l'acqua come elemento dominante, specie nel filone "marinaro" fatto da migliaia di pirati e capitani che solcavano i mari di tutto il mondo, dal divertentissimo Walter Matthau nei "Pirati" di Roman Polanski alla più recente saga de "I pirati dei caraibi" con Johnny Depp protagonista, così come al famoso "pirata Roberts" del film "La storia fantastica" o all'indimenticato "Willy l'Orbo" che custodisce il tesoro segreto che un gruppo di ragazzini cerca di ritrovare nel cult generazionale "I goonies".

Ma le grandi battaglie dei mari si combattono non solo in superficie ma anche in profondità, nelle grandi lotte subacquee tra sottomarini che hanno fatto storia come in "Caccia a Ottobre Rosso", uno dei film più amati del genere e forse uno dei massimi esponenti action della lotta USA vs URSS ai tempi della guerra fredda.

Ma altrettanto importanti sono ottimi film come "Mare caldo", diretto dal grande cineasta Robert Wise che vede in lotta due mostri sacri del cinema come Clark Gable e Burt Lancaster, rispettivamente il comandante di un sommergibile e il suo secondo in lotta tra loro prima ancora che contro il nemico giapponese durante la seconda guerra mondiale; formula che venne riproposta in modo abbastanza divertente nel più caciarone "Allarme rosso" di Tony Scott, con Gene Hackman e Denzel Washington a ricoprire i ruoli che furono di Gable e Lancaster.

Da ricordare poi anche l'ottimo "K-19" di Kathryn Bigelow, con Harrison Ford e Liam Neeson sempre nel ruolo del primo e secondo comandante in disaccordo a bordo di un sottomarino nucleare sovietico, dove i membri dell'equipaggio dopo un incidente saranno vittime di una fuga di radiazioni dai missili balistici.

Ma non solo di guerre e soldati è popolato il cinema acquatico, ricordiamo anche splendidi e divertenti film d'animazione come "Alla ricerca di Nemo" o "La sirenetta"; oppure per arrivare al cinema italiano il bellissimo "La leggenda del pianista sull'oceano" di Giuseppe Tornatore, nel quale un Tim Roth interpreta un genio della musica che nasce, vive e muore a bordo di un transatlantico sul quale incanta equipaggio e passeggeri con le sue impareggiabili e sregolate note al pianoforte.

Ovviamente come non citare poi l'infinità di horror fatta di mostri acquatici, dai pirateschi fantasmi Carpenteriani di "The fog" all'indimenticabile macchina mangiauomini dello Spielberghiano "Lo squalo", oppure ancora il gigantesco "Godzilla" terrore e salvatore dell'oriente, senza contare lo sterminato universo di "b-movies" da "Creatura degli abissi" a "Leviathan" o ancora "Deep Rising", tutti colmi di uno zoo intero di mostri pronti a divorare o peggio i malcapitati naufraghi di turno che finiscono nelle loro grinfie.

Ma cerchiamo ora di consigliarvi quattro titoli che secondo chi vi scrive hanno tutti qualcosa in più, qualcosa di particolare e individuale che apportano al genere pur seguendone, di base, gli stilemi e i luoghi comuni già presenti in altri film del genere.


THE SHAPE OF WATER (2017 - Guillermo del Toro)
Ultima fatica del geniale ed eclettico regista e scrittore messicano Guillermo del Toro, a due anni di distanza dal discusso e amato/odiato (amato dal sottoscritto) thriller soprannaturale "Crimson Peak" e quattro anni dopo "Pacific Rim", altro film pieno di giganteschi mostri marini combattuti a mani nude da altrettanto mastodontici robot pilotati da esseri umani.

In questo caso il mostro è più che altro una vittima per larga parte del film, catturato in Amazzonia per essere portato in un laboratorio segreto americano; dove viene continuamente sottoposto a test e procedure violente e crudeli per scoprirne la natura e cercare di ottenerne dei vantaggi militari.

Ma anche nel posto più inaspettato come un laboratorio top secret può nascere l'amore, in questo caso un amore inter/specie con una solitaria addetta alle pulizie che soffre di mutismo, interpretata da una bravissima e romantica Sally Hawkins, finalmente nel suo primo film da protagonista dopo tanti ruoli secondari, come nel bellissimo "Blue Jasmine" di Woody Allen.

Del Toro miscela come pochi con sapienza e ottimo mestiere la fantascienza con il dramma romantico, l'avventura con la commedia, nonchè l'horror classico e il suo amore per i musical dei tempi d'oro Hollywoodiani.

Love story non certo nuova quella della bella e la bestia, anche se fresco e nuovo è il piglio cinematografico con il quale il regista cuce assieme tutti gli elementi della storia del mostro.

Un mostro che poi ricorda molto da vicino lo stesso uomo anfibio già visto nei suoi "Hellboy", non a caso interpretato dallo stesso ottimo attore/mimo Doug Jones.

Ovviamente la storia d'amore sarà tormentata dal cattivissimo militare interpretato da un sempre grande Michael Shannon, scettico fin dal principio sull'utilità degli esperimenti e che vorrebbe semplicemente sbarazzarsi della creatura; salvo poi subire un sabotaggio da una spia russa che lo porterà all'inevitabile scontro finale contro la coppia umanoide di innamorati.

Un film che segna un ulteriore passo avanti nella carriera di Del Toro, riportandoci alla sua natura più intimista e meno spettacolare di film come "Cronos" e "Il labirinto del fauno"; sicuramente un'altra mattonella importante nella sua già notevole filmografia.


LADY IN THE WATER (2006 - M. Night Shyamalan)
Uno dei film più criticati del grande regista indo/americano, favola moderna sulle fate di un misterioso mondo acquatico ambientato in un comunissimo condominio americano.

Interpretato dal bravissimo Paul Giamatti, finalmente protagonista dopo una vita di ruoli secondari o da caratterista; qui nel ruolo del custode che per primo trova la bellissima fata interpretata dalla bellissima rossa Bryce Dallas Howard (figlia d'arte del famoso regista Ron Howard) e l'accoglie e protegge dagli attacchi di un misterioso "lupo cattivo" determinato a ucciderla a tutti i costi.

Un mostro quasi invisibile che si mimetizza nei prati del condominio, ben deciso di impedirle di "risvegliare" il talento di uno scrittore predestinato a cambiare il mondo intero, piccolo ruolo secondario interpretato più che degnamente dallo stesso Shyamalan in persona.

Solita e perfetta la voluta lentezza e precisione con cui si dipana la trama e si scoprono i vari personaggi, una amalgama di caratteri diversi come gli abitanti del condominio in questione, dalla nonnina orientale che conosce la favola delle fate all'altezzoso e superbo critico che pretende di giudicare e conoscere tutto e tutti; non da meno lo stesso personaggio di Giamatti che scopriremo più profondo e pieno di sfaccettature di quanto possa sembrare al principio.

Ineccepibile l'atmosfera "magica" che pervade tutta la storia, elevata ancora di più dallo stile pacato della regia di Shyamalan, capace con poche inquadrature fisse e un montaggio altrettanto semplice e lineare di portare per mano lo spettatore all'interno del mondo complicato e pieno di creature della giovane fata dell'acqua; portatrice di pace e saggezza in un mondo cinico e violento come il nostro.

Ottime infine tutte le musiche di accompagnamento di James Newton Howard, già autore dei temi musicali dei vari "Unbreakble" e "Il sesto senso", dolci melodie al contempo non ingombranti ma capaci di intrigare lo spettatore infondendo il giusto umore di mistero e suspance alle già ottime trame sceneggiate dallo stesso regista, conosciuto al pubblico per spiazzare sempre lo spettatore coi suoi originali colpi di scena e cambi di registro.


LE VERITÀ NASCOSTE (2000 - Robert Zemeckis)
Mentre dirigeva l'ottimo "Cast Away" il regista Zemeckis aveva avuto bisogno di una pausa di un anno per fare dimagrire il protagonista Tom Hanks, nel ruolo di un sopravvissuto che passava 3 anni su un isola deserta.

In quel lasso di tempo, per non restare con le mani in mano, Zemeckis aveva diretto questo ottimo thriller soprannaturale che, paradossalmente, alla fine è venuto fuori più originale e riuscito dello stesso "Cast Away", tecnicamente più all'avanguardia ma forse più banale come regia e sceneggiatura.

La storia parte sulla falsariga de "La finestra sul cortile" di Alfred Hitchcock, con la casalinga Michelle Pfeiffer che spiando il vicino si convince abbia ucciso la propria moglie.

Convincimento che va rafforzandosi con la sempre più inquietante e ingombrante presenza di uno spirito inquieto che la donna avverte più volte nella propria casa, riflesso nell'acqua o nel lago vicino e che si convince essere il fantasma della donna che crede vittima del marito.

Inutili i tentativi del marito Harrison Ford di dissuaderla, finendo anzi col farla indagare in tutt'altra direzione rispetto i suoi sospetti iniziali.

Un film semplice nella concezione e superbo nella sua realizzazione, enormemente Hitchcockiano come concezione ma diretto nel solito stile pieno di tecnica all'avanguardia e virtuosismi di camera che hanno sempre contraddistinto il grande Robert Zemeckis.

Davvero riuscita l'atmosfera di mistero e fantasmi che pervade tutta la storia, altrettanto affiatata poi l'ottima coppia Pfeiffer/Ford, al solito diretta egregiamente dal regista che si dimostra sempre tra l'altro un ottimo motivatore capace di tirare fuori il meglio dai suoi attori.

Semplicemente sublime poi la correlazione tra l'acqua e il fantasma che perseguita la donna, dal lago alla vasca da bagno, in una maledizione legata a filo doppio con un'anima senza pace che non ha trovato ancora giustizia; il tutto poi sublimato dalle musiche anch'esse di derivazione "Hitchcockiane" del sempre magnifico Alan Silvestri, già autore per il regista del tema di "Ritorno al futuro" e il pluripremiatissimo "Forrest Gump".


THE ABYSS (1989 - James Cameron)
Diretto da uno dei registi più legati all'acqua del mondo del cinema, James Cameron, che dirigerà poi il colossal stra-campione di incassi "Titanic", dopo un certosino lavoro di ricerca e riprese sub-acquee sul relitto originale del disastro.

Circa 10 anni prima Cameron dirige "The abyss", incredibile perla di fantascienza in cui l'azione si svolge praticamente quasi tutta sul fondo degli oceani.

Protagonista la coppia Ed Harris e Mary Elizabeth Mastrantonio, marito e moglie in aria di divorzio che si ritrovano di nuovo gomito a gomito, a collaborare a bordo di una piattaforma sottomarina per indagare sul relitto di un sottomarino nucleare affondato per motivi sconosciuti.

Sottomarino al quale sono interessati anche un gruppo di soldati, guidati dall'instabile e isterico Michael Biehn, ex eroe per Cameron come viaggiatore nel tempo in "Terminator" e Marines senza paura in "Aliens - Scontro finale".

Quello che inizia come thriller a sfondo militare da guerra fredda, diventà però ben presto un film di "contatto" fantascientifico, quando l'equipaggio fa la conoscenza di alcune misteriose creature luminose che vivono sul fondo dell'oceano e sembrano capaci di piegare l'acqua alla propria volontà.

Un film dal ritmo incredibile, forsennatamente action nelle sequenze più adrenaliniche così come più rilassato e introspettivo nelle scene più emozionanti e romantiche, sentimento che non trascura nel rapporto tra la moglie e il marito, inizialmente burberi e scontrosi a vicenda, ma via via che la tragedia prende piede sempre più coinvolti dal loro vecchio rapporto personale.

Ottimo come accennato il Navy seal impazzito interpretato da Biehn, fin dal principio colto da piccoli tremori che presagiscono a una crisi nervosa dovuta all'alta pressione della profondità; piccoli segnali che il soldato sceglie di ignorare fino a sfociare nella follia totale di voler far detonare un ordigno nucleare rubato sul relitto del sottomarino.

Consigliabile la versione più estesa del film, che ha un background maggiore sulla situazione politica internazionale della vicenda e un finale più amplio e "globale" non limitato soltanto ai protagonisti della storia.

Uno dei migliori film di James Cameron, regista che da "Terminator" ad "Avatar" non ha mai fallito un colpo.

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Articolo pubblicato il 04/03/2018