Per un estate dove si soffoca dal caldo, niente di meglio che un trio di film horror per far correre qualche sano brivido lungo la schiena.
Un genere per il quale ogni anno vediamo sfornati migliaia e migliaia di film da tutto il mondo, una quantita' purtroppo molto spesso non altrettanto valida nella qualita' e soprattutto una regia adeguata a tenere alta l'attenzione e la tensione dello spettatore.
Troppi film che troppo spesso ricorrono alla misera e continuativa soluzione del cosiddetto "jumpscare" per far saltare sulla sedia lo spettatore, lo spavento improvviso che e' piu' un agguato a tutto volume che una scelta registica vera e propria.
Jumpscare infatti ridotti al minimo (se non proprio assenti) in questi film che vi andiamo a proporre oggi, tutti col minimo comun denominatore di una trama gia' vista altre volte, anche se ognuno con quel qualcosa in piu' di personale nelle scelte di regia, i dialoghi e svolte nella trama inaspettate che riescono a distinguerli dalla massa di cui sopra.
Ma ora bando alle ciance e parliamo singolarmente di questi tre gustosissimi film horror uno per uno.
IL RITUALE (2017 - David Bruckner)
Reduci da una terribile tragedia, una banale rapina in un minimarket dove un loro amico e' stato picchiato a morte, quattro compagni di vecchia data decidono in sua memoria di avventurarsi in un escursione nei boschi sperduti della Svezia settentrionale.
Dopo un brutto infortunio a una gamba di uno di loro, il gruppo si inoltra nel fitto della foresta per raggiungere uno chalet poco lontano dove il ferito potra' ricevere aiuto medico.
Costretti a rifugiarsi per una notte in una baracca diroccata, strane presenze cominciano a perseguitarli nei loro sogni, cosi come l'invisibile minaccia di una gigantesca creatura omicida tormenta il loro cammino attraverso gli alberi, le cui corteccie sono segnate da quelli che sembrano strani simboli rituali e cabalistici.
Perfetta l'atmosfera in crescendo che si respira fin dai primi minuti, che passa dall'inquietante al disturbante per poi esasperarsi (senza pero' scadere nel trash esagerato) a mano a mano che il cerchio si stringe attorno ai poveri protagonisti, braccati senza pieta' da un mostro soprannaturale e la sua piccola schiera di adepti che lo venerano offrendogli sacrifici in un macabro rituale.
Una storia saggiamente sospesa tra la paura e la tensione per le sorti dei protagonisti, oltre che i loro sensi di colpa che si "materializzano" letteralmente in visioni crudeli che il misterioso mostro/divinita' nel cuore della foresta usa contro di loro per attirarli allo scoperto e ucciderli uno per uno.
Un film come detto tutt'altro che originale e che paga pegno a tutta una serie di altri piccoli cult come "The Blair Witch Project" o "Quella casa nel bosco", per citare i piu' recenti; anche se contestualizzati in un altro scenario con premesse differenti ma il solito gustoso e accertato risultato.
Un ottimo horror costruito coi tempi e il ritmo migliori dall'ottimo mestiere del regista David Bruckner, giá autore (tra gli altri) dei riusciti horror a episodi "V/H/S" e soprattutto l'ottimo "Southbound", da noi peraltro gia' consigliatovi nel nostro articolo "Ottobre sui generis".
Un altro film inglese a basso costo che dimostra come con poche idee (ma buone) ed un regista capace si possa fare del cinema perfettamente al livello (se non meglio) dei corrispettivi milionari americani.
LAKE BODOM (2016 - Taneli Mustonen)
Altro film, altri cliche' da cui prendere spunto per poi riuscire a trarne qualcosa di valido e a suo modo originale.
In questo caso abbiamo l'allegra combriccola (o almeno pare al principio) di due ragazze e due ragazzi in spensierata gita al lago Bodom, teatro anni prima di una serie di brutali omicidi il cui responsabile non e' mai stato assicurato alla giustizia.
Una storia dove lo spettatore e' quasi con lo sguardo all'orologio in attesa del primo omicidio che dia il via alla mattanza del solito psicopatico di turno, quando invece il regista vira sorprendemente cambiando direzione spiazzando tutti e tutto.
Un film dove quelle che sembrano le vittime designate diventano i carnefici, per poi virare ancora trasformando i carnefici in vittime, in un tira e molla esasperante che pero' incredibilmente funziona reggendo il gioco fino al (trucidissimo) finale.
Perfetta la ricostruzione di alcuni tratti della piccola America della quale non si vuole mai parlare, lontana dalle strade colorate e piene di vita delle grandi metropoli cui siamo abituati, ma bensi' ambientato nelle periferie piu' remote e non raccontate della grande terra della libertá.
Prendiamo subito il via con l'ignoranza e il bigottismo dei genitori di una delle ragazze, racchiusa tutta nella scena iniziale con famigliola tranquilla a tavola in quella che e' una delle scene piu' inquietanti di tutto il film, pur senza una goccia di sangue ma soltanto basandosi sulla violenza psicologica di un padre padrone, dei figli terrorizzati e una madre muta e sottomessa incapace di ribellarsi e difenderli.
Secondo poi la corrosiva violenza e bullismo nel passaparola di menzogne tra i compagni di scuola, capaci di rovinare la vita a qualcuno come ai bei vecchi tempi della caccia alle streghe, vilipese, torturate e infine messe al rogo basandosi semplicemente sul sospetto senza alcun tipo di prova concreta.
Infine poi come non tirare in ballo la classica idolatria tutta americana per i serial killer, malati di mente incredibilmente elevati dai mass media quasi a "superstar" da venerare e dei quali studiare le gesta e gli efferati delitti, quasi come fosse il loro Vangelo malato da tramandare ai posteri per non dimenticare.
Insomma un altro piccolo horror che offre molto piu' di quanto possa sembrare di primo acchito, mettendo in tavola una serie di argomenti interessanti e trattandoli in modo non banale, il tutto incastonato in una perfetta serie di meccanismi a colpi di scena che funziona alla perfezione dal primo all'ultimo minuto.
IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO (2017 - Yorgos Lanthimos)
Ed ora arriviamo al piú inquietante e "pulito" film horror della giornata.
Gia' regista dell'acclamato "The Lobster", orrorifica epopea amorosa con Colin Farrell e Rachel Weisz, il regista Yorgos Lanthimos torna a colpire con un'altra storia ambientata nella ricca vita e famiglia di uno stimato chirurgo, sempre interpretato dall'ottimo Farrell.
Un uomo che fin dal principio vediamo avere una strana relazione di amicizia con un ragazzo introverso e taciturno, interpretato con lucida follia dal giovane Barry Keoghan.
Insinuandosi lentamente sul suo posto di lavoro, nella sua casa e tra i suoi stessi familiari, il ragazzo sembra inizialmente innocuo e affabile conquistandosi il cuore e la simpatia di tutti.
Ma lentamente la sua presenza diventa sempre piu' invasiva e opprimente, fino a obbligare il medico a respingerlo e ignorarlo, scatenando cosi' la terribile vendetta del giovane.
Una vendetta tanto semplice quanto incredibile, obbligare l'uomo a "sacrificare" un suo familiare uccidendolo oppure vederli morire uno per uno dopo una lenta e orribile malattia che passa dalla paralisi, alla fame all'apatia fino all'inevitabile e irreparabile destino finale.
Una storia glaciale raccontata con uno stile e un occhio che strizza palesemente l'occhio a Kubrick, nelle lunge inquadrature, campi larghi e carrellate cosi come prende a piene mani le atmosfere dai migliori horror come "L'esorcista" o "Rosemary's Baby".
Un medico, un uomo di cultura che tenta di combattere il maleficio lanciato sulla sua famiglia, con la ragione e con la scienza, sempre piu' paralizzato dalla sua impotenza a mano a mano che il misterioso morbo devasta le vite dei suoi cari, incapace di comunicare con il ragazzo responsabile a cui e' debitore di una tragica perdita nella sua vita.
Impeccabile l'eleganza della messa in scena e la fotografia, confezione di gran classe per un horror psicologico disturbato e deviato come pochi, sorretto poi da una (al solito) stupenda Nicole Kidman nel ruolo della moglie del medico.
Ottima particina anche per l'ex teeneger simpatia Alicia Silverstone qui nel ruolo della madre del ragazzo e pazza tanto quanto (se non piu') che lo stesso figlio, in una relazione dalle torbide sfumature incestuose in cui tenta di invischiare anche il dottor Farrell, ritenuto primo responsabile della rovina della loro famiglia.
Un altro ottimo film per Yorgos Lanthimos, qui a budget elevato e con un cast internazionale che dimostra di saper sfruttare a dovere, sfornando uno dei film piu' "cattivi" degli ultimi anni di thriller e di horror.
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 05/08/2018