Agosto horror - Parte 3

Terzo appuntamento estivo incentrato sul genere horror, questa volta incentrato filone "closed survival"; ovvero un gruppo di persone (piu' o meno casuale) costretti in un luogo isolato a partecipare a un gioco al massacro da cui molto probabilmente pochi o nessuno ne uscira' vivo.

Un genere che ha tanti illustri precedenti come il famoso "Battle Royale" di Kinji Fukasaku, cattivissimo precursore dei vari "Hunger Games" con mattatore assoluto il solito genio sociopatico di Takeshi Kitano, professore speciale per un gruppo di studenti chiamati a uccidersi a vicenda su un isola sperduta in uno speciale "programma di recupero" del nuovo governo dispotico sui giovani problematici.

Altrettanto famosa nel genere e' poi la saga di "The purge", famosa trilogia con ulteriore quarto capitolo/prequel uscito quest'anno (ancora non visto dal sottoscritto e su cui quindi non mi esprimo); ambientati anch'essi in un presente alternativo dove gli Stati Uniti ogni anno propongono una notte senza leggi in vigore, dove dal tramonto all'alba i cittadini possono sfogare tutta la loro violenza una contro l'altro senza conseguenze legali di nessun tipo.

Infine ricordiamo ancora l'ottimo "31" del famoso regista/cantante Rob Zombie, da noi peraltro gia' consigliatovi nei precedenti articoli, altro trucido slasher in cui un gruppo di pazzoidi in costume giocava con le vite di alcuni vagabondi raccattati per la strada; costringendoli a un macabro gioco a premi (chiamato "31" appunto) dove affrontare uno dopo l'altro una serie di violenti psicopatici tra i quali spiccava su tutti il micidiale "Doom Head", interpretato alla perfezione da un cattivissimo Richard Brake.

Ma ora come al solito mettiamo da parte le chiacchere introduttive e tuffiamoci dentro l'arena col coltello tra i denti.


HEADGAME (2018 - Steven Judd)
Invitati ad un party esclusivo da alcuni sconosciuti incontrati per caso, un gruppo di persone si risveglia in un capannone isolato con una piccola telecamera impiantata nel centro della fronte.

Istruiti da una voce in un altoparlante, scoprono di essere stati drogati e costretti a partecipare a un gioco mortale in cui solo uno di loro riuscira' a sopravvivere.

Inizialmente rifiutandosi di partecipare, i concorrenti scoprono inorriditi che la telecamera che hanno nella fronte e' anche una piccola bomba pronta ad esplodere al termine del tempo concessogli per il gioco.

Un ottimo film horror e di azione, evidentemente girato a basso budget con attori non proprio fenomenali, ma che comunque assolvono al loro compito di "carne da macello" per lo show degli orrori del piccolo e perverso mondo privato dei ricchi annoiati che scommettono su di loro osservandoli da una saletta privata.

Gruppo di privilegiati che sono altrettanto ben interpretati da uno stuolo di attori adatti al ruolo, belli, eleganti e dal fisico perfetto come una reclame pubblicitaria; oltre che poi fare parte di un gruppo piu' ampio e grande di una "elite" che pratica queste serate omicide in giro per il mondo.

Due gruppi ben composti da diverse personalita' che interagiscono in modo abbastanza vario e interesssante, dai poveracci inizialmente compatti che rifiutano il massacro per poi lasciarsi andare alla violenza piu' brutale a mano a mano che il tempo corre; fino ai ricconi che oltre che sui concorrenti fanno scommesse mortali anche tra loro stessi.

Buona inoltre la regia le varie scenografie dove si svolge la vicenda, sexy ed elegante il giusto la parte con i ricchi, quanto sporca e malfamata la sezione massacro tra i vari giocatori; in esecuzioni ben dirette e ben messe in scena con una buona dose di effetti speciali vecchia maniera a computer grafica pari a zero.

Un "cane mangia cane" portato all'estremo ma che riesce a tenere botta fino ai titoli di coda, con ulteriore colpo di scena post gioco che e' forse un pó telefonato, ma comunque ben inserito e funzionale come conclusione per un tipo di film del genere.

Un horror come detto povero sia nella realizzazione che nella distribuzione, mai passato nelle sale italiane ma disponibile solo in home video e che chi vi scrive vi raccomanda di recuperare se siete amanti di questo tipo di film ad ambientazione estremamente ridotta.


THE BELCO EXPERIMENT (2016 - Greg McLean)
Molto simile nella concezione al film precedente, salvo il fatto che i concorrenti al gioco mortale sono tutti dipendenti della "Belko Corporation", un'azienda legata al governo con sede in uno sperduto angolo della Colombia.

Quella che infatti sembra una giornata di lavoro come tante altre, si trasforma presto in un incubo quando dalle porte e finestre scendono delle impenetrabili lastre di metallo che impediscono la fuga.

Istruiti da un gruppo di militari che si trovano in un capannone all'esterno, uomini e donne nell'edificio scoprono (come nel film prima) di avere una carica esplosiva impiantata nel cranio, per quella che a loro era stata spacciata come un GPS di emergenza in caso di rapimenti.

Un film come detto simile a "Headgame", anche se decisamente con piu' mezzi a disposizione e un regista decisamente piu' in gamba (Greg McLean dei vari "Wolf Creek") e soprattutto la sopraffina sceneggiatura scritta dal solito ispiratissimo James Gunn, autore nato nella "Troma" ma famoso ai piu' per i due fantastici capitoli (si spera tre) della saga fantascientifica de "I guardiani della Galassia".

Decisamente un montaggio migliore e una regia piu' pulita e composta, capace di rendere gli asettici uffici di un'azienda come uno spietato campo di battaglia, dove anche una tazza di caffe' o una spillatrice possono diventare un'arma mortale e la sensazione di opprimente cattivita' e onnipresente dal primo all'ultimo minuto.

Molto piu' definiti anche i vari caratteri dei personaggi intrappolati, meno sfumati tra buoni e cattivi (a parte il protagonista forse) e dove si muore da un momento all'altro senza tanti preamboli o discorsi, in un discorso di pratica sopravvivenza dove regna su tutto la logica medioevale "Mors tua vita mea", meglio a te che a me se si tratta di farsi saltare le cervella.

Gruppo che ovviamente si divide quasi subito in una serie di mini gruppi pronti a farsi fuori a vicenda, con in mezzo alcuni indecisi destinati inevitabilmente alla mattanza generale.

Altrettanto azzeccati i tempi di narrazione, con la storia che parte prendendosi un po' di minuti per descriverci personaggi e ambientazione, per poi ingranare la quarta senza preavviso e procedere spedito fino al colpo di scena finale, questa volta molto ben studiato e meglio inserito all'interno di tutta la storia.

Un ottimo film di sopravvivenza di cui da tempo si vocifera di un possibile sequel, con un James Gunn che pero' non si sbilancia troppo al riguardo (al momento poi ha altro cui pensare) e nessuna voce ufficiale ancora in merito; percio' intanto godetevi questo primo e forse ultimo capitolo e restate eventualmente in attesa in un secondo momento.


TOWER BLOCK (2012 - James Nunn, Ronnie Thompson)
Ambientato completamente in un palazzone popolare (il "Tower Block 31" abbunto) destinato a una imminente demolizione; con pochi ostinati inquilini che sono ben decisi a non lasciare il loro appartamento.

Un film dove questa volta i protagonisti sono costretti piu' a collaborare che a massacrarsi a vicenda per uscirne vivi ai titoli di coda, anche se ovviamente gli attriti e la spietatezza reciproca non manca mai di venire a galla, come da natura umana, nelle situazioni di estrema sopravivvenza.

Una situazione semplice e spietata: un misterioso cecchino prende di mira chiunque cerchi di uscire dal palazzo o si affacci alle finestre, costringendo gli inquilini a un isolamento forzato e non proprio facilissimo visto la popolazione delinquenziale che abita il caseggiato.

Un film che pesa tutto sulle spalle dei vari personaggi, dai teppistelli allo spacciatore fino alla madre/figlio della stanza affianco; a volte un po' stereotipati ma sicuramente facilmente riconoscibili a chi abbia mai avuto un minimo di vita condominiale.

Su tutti spicca sicuramente Jack O’Connell, teppistello inizialmente duro e puro che finisce per diventare, quasi involontariamente, l'eroe finale dell'intera vicenda e il personaggio col quale lo spettatore riesce a entrare maggiormente in empatia.

Attore dalla carriera ondivaga e le performance altalentanti, dall'ottimo "Il ribelle" nel quale dimostrava un talento eccezionale, fino al trashissimo "300 - L'alba di un impero" dove oltre agli addominali scolpiti mostrava ben poco d'altro.

Un film che ricorda in un certo senso l'ottimo "Attack the Block" dello stesso anno, anche se quest'ultimo aveva molto piu' senso dell'humour nel descrivere l'invasione aliena nelle case popolari della gente povera.

In questo "Tower Block" invece la cattiveria di fondo della situazione e le varie soluzioni scena dopo scena e sequenza dopo sequenza rimane fino alla fine senza addolcire troppo la pillola.

Efficace il lavoro dei registi nella messa in scena (povera ma credibile proprio per questo) e nel montaggio alternato a momenti di tensione ad altri piu' incentrati sui vari personaggi; molto piu' curato nelle (poche) scene action e momenti di assassinio dove probabilmente hanno piú mano libera e spazio d'azione per sfogare la loro inventiva e fantasia.

Insomma alla fine della fiera un altro ottimo film, un "Die hard" da case popolari molto ben fatto, con tanto di scena di discesa dal tetto attaccato a un idrante alla McClane e un cattivo invisibile, quasi tutto il film, tanto quanto onnipresente e determinato a sforacchiare uno per uno tutti gli altri personaggi della storia.

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Articolo pubblicato il 19/08/2018