Un'occasione mancata

La crisi conseguente al virus cinese avrebbe potuto essere sfruttata per rinnovare il nostro sistema scolastico

Probabilmente tanti, troppi Politici che in questi difficili mesi hanno parlato (anzi, "straparlato") di Scuola e Istruzione - ahinoi senza fare, anzi senza "strafare" per consentire a milioni di Studenti un ritorno fra i banchi sereno e ordinato - tradiscono lacune mnemoniche pesanti su un testo fra i più significativi della nostra Letteratura. Cuore, il capolavoro di Edmondo De Amicis, che riga dopo riga seppe narrare la Scuola per quello che è: una fucina di pensieri e sentimenti, un laboratorio di idee ed emozioni, crocevia della Storia in quanto fiaccola di esperienza tramandata di generazione in generazione.

La crisi cui ha esposto l'emergenza da Covid-19 poteva, o meglio doveva rappresentare una preziosa e obbligata occasione di rinnovamento, di cui approfittare (pur nella perigliosa contingenza sanitaria che il Paese si è trovato ad affrontare) per imprimere nuova linfa ed energia al mondo dell'Istruzione, anch'esso isterilito da anni di farraginosità e scarso buon senso.

Serviva metterci testa (cosa peraltro possibile solo quando se ne abbiano le competenze) e, appunto, metterci cuore: per guardare allo spirito prima che alla lettera, alle persone prima che ai tecnicismi, alle rotelle dei cervelli prima che a quelle dei banchi.

Risulta ormai evidente come il tempismo sia mancato, come non ci sia stata premeditazione nè volontà di studiare e porre in essere con anticipo strategie che, col calendario arrivato al 1° di Settembre, non necessiterebbero più che di essere implementate nella realtà. Invece Discenti, Docenti, Famiglie e Personale tecnico-amministrativo brancolano ancora nel buio, sbalzati nei marosi di un alto mare di incertezze che il conto alla rovescia, anzichè dissipare, acuisce ancor più.

In tutto questo chi doveva reggere il timone dimostra di aver davvero smarrito la bussola, dimenticando l'elemento centrale di qualunque intervento che concerna la Scuola. Trattasi dell'idea di Futuro, del progetto di Paese che - per essere visto realizzato domani - deve per forza di cose risultare imbastito oggi. É una differenza di vedute sostanziale, che però passa per un tratto di sensibilità sottile. Sottile come quello della saggia Maestra dal lapis rosso.

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Articolo pubblicato il 01/09/2020