Pianeta Toro - Il colore della maglia

“Procuratori” che sono i veri burattinai artefici delle fortune o delle disgrazie dei giocatori

Ciò che un tempo era considerato un tradimento, oggi rientra nella normalità. E mi riferisco ai passaggi da una sponda all’altra nella stessa città di giocatori che, lecitamente, badano alla loro posizione economica più che all’attaccamento ai colori che non c’è più sovrastato dagli interessi economici che gli attuali Presidenti di Club antepongono alla fede sportiva, a quella maglia cucita sulla pelle, quella con cui il bimbo si addormentava sognando i suoi beniamini.

Realtà, oggi, sacrificata sull’altare del consumismo, sul palcoscenico fatto di comparse e di qualche attore che a suon di quattrini rimane per più tempo sotto gli stessi colori sociali.

Tutto ciò in virtù dei “Procuratori” che sono i veri burattinai artefici delle fortune o delle disgrazie di chi da avuto in dono da madre natura buoni piedi o buone mani da dedicare all’arte della sfera di cuoio, com’era una volta.  

Esposta, quest’ultima, in continua rassegna negli stadi davanti a coloro che nel “Dio pallone” continuano a deporre le proprie speranze, le proprie illusioni. Per poi ricredersi allorchè subiscono il tradimento del loro beniamino il quale, a più o meno gentile richiesta di chi dirige il traffico, si ritrova a combattere, sportivamente, contro quelli che, fino all’anno prima, erano stati suoi compagni di squadra.

Per restare a casa nostra, i recenti trasferimenti di giocatori granata, uno per tutti Bremer, sulla sponda bianconera stanno suscitando reazioni contrastanti che alla fine si riducono all’aspetto economico, quello che ha portato nelle casse “Cairesi” una cinquantina di milioni che i “fedelissimi” sperano vengano investiti per rinforzare la squadra ascoltando le richieste del Mister Juric che ha saputo, dopo due anni di sofferenze in bilico tra Serie A e B, dare un gioco ed una motivazione a molti giocatori che oggi approdano ad altri lidi.

E senza che la Società abbia finora fornito le garanzie per i rimpiazzi che garantiscano all’allenatore la materia prima per soddisfare anche le sue ambizioni. Juric ha persino fatto capire che le partenze comportano nuovi arrivi che sappiano coprire il vuoto e non soltanto un rabbocco per tirare avanti minacciando, velatamente, di andarsene. Le sue ambizioni non dipendono da un “Procuratore” ma dal senso di serietà professionale che vuole formare una compagine che può competere su ogni fronte senza timori riverenziali.

La partenza del “Gallo” Belotti giunto a fine contratto è un’altra delusione per la tifoseria che, dopo sette anni, vedeva nel “Capitano” il prosieguo che sapeva di storia e tradizione ed invece si è risolto nell’archiviazione di una seppur bella parentesi.

Due esempi che sono l’esempio eclatante di come sia scaduto il rapporto fra Società e tifoseria che lamenta quanto mai di essere relegata a semplice fonte di introito utile solo a far crescere il numero degli abbonamenti.

Restando sempre a casa nostra, la tifoseria spera che la risoluzione della bega economica che riguardava la sede milanese del Corriere della Sera, Società “Cairota” come la Gazzetta dello Sport e La 7, diano nuove opportunità di investimento alla proprietà di una squadra che vanta la storia più bella del calcio italiano, e non soltanto.

Quella stessa che cadde con l’aereo contro il bastione della Basilica di Superga al ritorno da una inutile trasferta a Lisbona. Quel bastione che ogni anno, il 4 maggio, rivive la cerimonia in suffragio degli “Invincibili” con il pellegrinaggio del Popolo Granata che, almeno per un giorno, mette da parte le diatribe economiche e sociali stringendosi attorno a coloro che raggiungono la Basilica con quella divisa che molti indossano, senza saperlo, per l’ultima volta.   

 

 

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Articolo pubblicato il 21/07/2022