Il Viceministro Bellucci piace anche al Vaticano

La dottoressa Bellucci da anni collabora con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano integrale della Curia Romana.

Da diversi mesi ci stiamo occupando del grave problema della tossicodipendenza ed auspicavamo che il nuovo governo prendesse posizione in tal senso. Siamo stati accontentati.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, il 2 novembre scorso, ha nominato Viceministro del lavoro e delle politiche sociali la dottoressa Maria Teresa Bellucci, “Fratelli d’Italia”.

Nomina di altissimo profilo visto che la dottoressa Bellucci è molto apprezzata anche oltre Tevere dove la Santa Sede, per volere dello scalabriniano Padre Fabio Baggio, l’ha chiamata quale “esperta in materia di tutela dei minori della Sezione Migranti e Rifugiati” del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Curia Romana.

Appresa la notizia della nomina ha esultato Luciano Squillaci, presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche, che ai colleghi di “Roma Sette” ha detto: “Apprendiamo con enorme piacere dell’incarico di sottosegretario e vice ministro del Lavoro e Politiche sociali che la presidente Meloni e il Consiglio dei ministri ha inteso affidare all’onorevole Maria Teresa Bellucci”.

A commento di tanta gioia Squillace ha continuato: “Conosciamo molto bene la nuova vice ministro, avendo già collaborato con lei nel campo delle dipendenze e più in generale sui temi delle politiche sociali. Anzi Maresa (ci perdonerà se continuiamo a chiamarla come abbiamo sempre fatto) è stata l’unica a essere sempre presente e attenta alle nostre istanze, sin da prima della sua elezione nella scorsa legislatura, e dopo durante tutto l’arco di questi anni difficili. Conosciamo quindi bene la sua sensibilità e la sua competenza. Da oggi ci sentiamo davvero meno soli e possiamo tornare a guardare con speranza alle sfide che ci attendono”.

Parole di profonda stima da parte di un uomo che ha fatto della lotta alle sostanze stupefacenti la sua ragione di vita. Giorgia Meloni in questi anni aveva promesso al suo elettorato che avrebbe avuto un approccio di tolleranza zero verso le droghe. A quanto pare intende mantenere le promesse.

Chissà cosa ne penserà Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione “Luca Coscioni”, che, il 18 ottobre scorso, ai colleghi di “Notizie Geopolitiche” aveva espresso “preoccupazione per l’approccio punitivo al consumo di droghe” sostenendo che “gli impegni internazionali dell’Italia nei confronti dell’ONU e delle Convenzioni Internazionali sulle droghe erano stati usati dall’allora Presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato come pretesto per impedire ai cittadini italiani di votare sul referendum cannabis”.

Chissà cosa ne penseranno gli onorevoli Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, “+ Europa”, unitamente alla loro mentore Emma Bonino, che, proprio in questi giorni, hanno lanciato una proposta per la legalizzazione della cannabis che prevede – fra le altre cose – la coltivazione domestica per uso personale, fino a quattro piante femmina senza necessità di autorizzazione.

Dinanzi alle politiche mortifere di certa Sinistra il Governo Meloni sta rispondendo in modo chiaro, netto e deciso con persone competenti nei ministeri chiave dello Stato.

La difesa della vita, la lotta al narcotraffico e la persecuzione penale degli “spaccini” e dei “fattoni” risulta essere prioritaria nell’agenda del Governo di Centro-Destra.

Nei prossimi cinque anni vedremo quante e quali iniziative metteranno in campo le opposizioni.

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Articolo pubblicato il 08/11/2022