Per un Piemonte che corre…

Civico 20 News intervista il Cons. Regionale di Forza Italia Andrea Tronzano

Consigliere Tronzano, la Sua è un’esperienza politica cominciata da giovanissimo quando – all’inizio degli anni ’90 – divenne Consigliere Comunale prima a San Gillio e poi a Novalesa. In carica a Palazzo Civico per dieci anni, dal 2006 al 2016, dopo il mandato in Consiglio Comunale a Torino, nel 2018 è divenuto Consigliere Regionale. Ora si ricandida a Palazzo Lascaris, sempre con Forza Italia, per una legislatura piena. A fronte di questa cospicua esperienza, come sintetizzerebbe oggi il Suo impegno in Politica?

Gavetta, lealtà e rappresentatività sono i requisiti principali per chi si candida in un ente che fa le leggi: se le si sbaglia si possono rovinare categorie e persone. Sottolineo questo perché penso che le parole citate sintetizzino bene il motivo per il quale mi candido nuovamente; trent'anni di impegno politico credo siano una garanzia per gli elettori. L'esperienza è fondamentale, perché solo conoscendo davvero la società e i suoi problemi si possono proporre leggi realmente utili per le categorie produttive e per i Cittadini. Sono convinto che questo rappresenti un valore aggiunto rispetto a quanti, improvvisandosi all’ultimo momento, approdano al Parlamento oppure in Regione con qualche click sul computer e senza aver maturato i necessari passaggi che ogni professione richiede. E la Politica è una professione a tutti gli effetti, anche solo momentanea, ma chi decide d’intraprenderla deve dedicarvi tutte le proprie energie. Così ho fatto io, decidendo scientemente di occuparmi solo di Politica, senza alcun paracadute, per non avere conflitti d’interesse e per poter così servire a tempo pieno il bene comune.

Focus della Sua campagna elettorale sono le esigenze dei Cittadini, che dovranno improntare l’agenda politica della nuova amministrazione. In questo si coglie la propensione all’ascolto, e la volontà di proporre soluzioni concrete ai bisogni dichiarati delle persone. In generale, quanto si sono allontanate secondo Lei le persone dall’interesse per la gestione della cosa pubblica?

Penso che i Cittadini abbiano perso interesse nei confronti della Politica perché i Politici, in generale, non si sono più dimostrati in grado di ascoltarli. Si è preferito privilegiare internet rispetto al contatto diretto con le persone: tuttavia alla lunga è solo il dialogo che paga. Credo fermamente nel rapporto costante con i Cittadini, che per adesso mi ha premiato, consentendo a me e ai politici che sanno ascoltare di dare il buon esempio. Questo modo d’intendere e di vivere la Politica rappresenta la vera chiave di volta per interpretare di nuovo i sentimenti e i bisogni delle persone.

In Aula Lei è stato fra i Consiglieri più assidui e attivi nell’incalzare la maggioranza del Presidente Chiamparino, su più fronti. Qual è a Suo dire il provvedimento più deleterio che la Giunta di Sinistra ha adottato in questi anni?

In generale non ho dubbi: la cocciuta mancanza di ascolto di Assessori e Giunta nei riguardi dei corpi intermedi e delle categorie. Calando però nello specifico, voglio citare almeno tre provvedimenti che, a mio giudizio, hanno sensibilmente danneggiato altrettanti comparti cruciali per il nostro Piemonte. Per quanto concerne le politiche ambientali ho contestato le forti restrizioni apportate alla caccia. Inoltre, pur essendo una persona che vuole assolutamente prevenire e curare il gioco d’azzardo patologico, ribadisco che la legge regionale contro il gioco legale ha distrutto un’intera filiera, con la connessa occupazione. E ancora, in merito al difficile argomento della Sanità, mi sono battuto per contrastare la DGR n. 1-600, che non rispetta il parametro di 3 posti letto ogni 100 abitanti.

Le Sue proposte sono rivolte principalmente alla salute e al benessere delle persone, con provvedimenti a favore di una Sanità più efficiente, più veloce e dunque più vicina al cittadino. Questo a cominciare dallo stanziamento di maggiori risorse per i Medici di Famiglia, che sul territorio rappresentano il primo presidio di assistenza ai malati. Può parlarcene approfonditamente?

I Medici di Medicina Generale, i cosiddetti Medici di Famiglia, rappresentano lo snodo cardine sul quale riorganizzare la Sanità piemontese. Loro, insieme agli Infermieri, costituiscono il vero collegamento con il territorio in quanto conoscono in modo olistico il Paziente – come persona e non solo come quadro clinico –, potendo quindi realmente rimetterlo al centro del progetto sanitario. Questo consente una gestione più efficace e meno dispendiosa della prima emergenza, che sappia realmente valutare i singoli casi a monte, evitando così inutili accessi al Pronto Soccorso. In più sono utili a una gestione più efficiente della cronicità e delle fragilità.

Oltre alla rete di territorio vanno poi preservate le eccellenze, fra cui il Regina Margherita, il CTO e il Sant’Anna. Lo smembramento dell’Oftalmico è stato un errore clamoroso, che non deve assolutamente ripetersi nel caso degli altri nosocomi monospecialistici.

Infine, maggiore attenzione va dedicata al post-acuzie: dopo l’ospedalizzazione i Pazienti e le loro famiglie si scoprono spesso soli contro tutti, incontrando notevoli difficoltà per ricevere un sostegno durante il loro percorso riabilitativo. Considerato come ben 30.000 persone siano attualmente in lista d’attesa, la situazione è particolarmente grave per i disabili e per le persone non autosufficienti. In una società come la nostra il diritto alle cure è sancito dalle leggi: e noi Politici dobbiamo fare di tutto affinché queste leggi vengano rispettate e trovino piena applicazione.

Oltre all’argomento cura Lei è stato l’unico a parlare anche di prevenzione, proponendo di destinare il 5% del “Fondo sanitario regionale per la prevenzione” all’attività fisica e al mondo dello sport. Mens sana in corpore sano, affermavano i Latini: peraltro risulta documentato scientificamente come un’adeguata attività fisica possa preservare dall’insorgenza di molte patologie, specie quelle cardiovascolari. Con risparmi a cascata per il sistema pubblico. Quali misure pensa di adottare nel concreto?

Il 5% del fondo sanitario regionale dedicato alla prevenzione equivale a circa 20 milioni di euro. Queste risorse devono finanziare progetti dedicati alla tutela della salute e al miglioramento delle condizioni psico-fisiche dei Cittadini piemontesi. Inoltre serve più Educazione fisica sin dalle scuole elementari, poiché è dimostrato come praticare sport già in età precoce aumenti la probabilità di non incorrere successivamente in gravi patologie. Una parte dei fondi dovranno finanziare le strutture dove praticare attività fisica. Sono troppe, infatti, le palestre pubbliche ridotte ormai al collasso strutturale o di agibilità. Il terzo filone d’intervento deve infine essere destinato ai grandi eventi, di cui il Piemonte ha un grandissimo bisogno anche dal punto di vista turistico. A tal fine pensiamo di costituire una “Sport Commission”, capace di attrarre risorse private che finanzino la realizzazione di progetti significativi.

Giusto per restare in ambito di movimento, i dati economici evidenziano come il Piemonte abbia in tutti i sensi un gran bisogno di tornare a correre. Sviluppo delle infrastrutture, efficientamento dei servizi, rilancio dell’Edilizia, quest’ultimo un settore cardine, per quanto divenuto ormai asfittico. Come Forza Italia, che cosa intende proporre se il Centro-Destra di Alberto Cirio sarà chiamato alla guida della Regione?

L’occupazione per noi è centrale, insieme alla Sanità. Per questo vogliamo sfruttare di più e meglio i fondi di finanziamento europeo e chiedere con forza l’autonomia su alcune materie: nessuno meglio dei Piemontesi sa come impiegare i soldi dei Piemontesi stessi!

Dobbiamo intervenire sull’Edilizia con iniezioni mirate, e non a pioggia, di soldi pubblici, per garantire il diritto al riuso e alla rigenerazione senza occupare nuovo suolo.

Infine, le Infrastrutture e la Logistica risultano fondamentali per l’insediamento di nuove Aziende sul territorio. La Tav in questo senso è determinante e si deve fare, in fretta!

Il Piemonte è una terra dalle molteplici risorse, fra cui una vocazione anche agricola. Lei ha parlato di un’Agricoltura che diventi finalmente Agri-Cultura, abbracciando così nello stesso tempo quelle specificità ambientali, turistiche ed enogastronomiche che rappresentano davvero uno dei tesori della Regione. Che cosa può dirci più in dettaglio?

L’Agri-Cultura del terzo millennio prevede un nuovo approccio integrato fra Ecologia, Ambiente e Territorio: questo per andare incontro all’evoluzione delle esigenze dei Piemontesi.

Fra i nostri obiettivi ci sono l’utilizzo di meno acqua e meno fitofarmaci, oltre al garantire il giusto profitto per Agricoltori e Allevatori. Questo significa dedicare gran parte dell’attenzione all’attività agricola tradizionale, che – lo ricordo – da sola copre ben il 95% del fatturato complessivo.

Grazie Consigliere Tronzano per la Sua disponibilità e cortesia. Auguri di buon lavoro.

Grazie ai Lettori di Civico 20 News per l’attenzione che mi hanno accordato.

 

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Articolo pubblicato il 23/05/2019