Era una famiglia normale …

… non ci posso credere!

La conoscevo: era una famiglia normale; non mi sarei mai aspettato che potesse succedere un fatto così.

Quante volte abbiamo sentito affermazioni simili durante interviste a persone coinvolte in fatti efferati avvenuti inspiegabilmente.

 

Proprio così: inspiegabilmente!

 

Questa volta però non c’entrano gli Ufo; si tratta di fatti avvenuti tra umani negli ambiti ritenuti più sicuri: la famiglia e gli affetti.

 

Tralasciandone volutamente cronaca e dettagli, soffermiamoci invece su alcuni aspetti, per così dire, poco indagati anche da chi ha competenze in materia, poiché giudicati irreali, inesistenti, e quindi inutili da prendere in considerazione.

 

L’aspetto più inquietante di alcuni fatti è costituito dalla evidenza di uno spazio temporale di cui il loro autore dice di non ricordare nulla.

 

Un raptus si direbbe! Una momentanea incapacità di intendere e volere!

 

Ed è solitamente quanto in tali casi sostiene la difesa durante il processo.

 

Ovvero che, in tale lasso di tempo, non era quella persona a gestire l’accadimento perché in stato di incoscienza, stato di coscienza alterata che non permette il controllo delle emozioni, pensieri, volontà ed azioni.

 

In questo contenitore o stato di raptus, un buco nero senza fondo, vengono inseriti tutti gli elementi considerati probanti di quelli che possono essere stati i moventi e gli elementi scatenanti del fatto che si è compiuto.

 

Ma se è veramente così che avviene, da cosa è spinta ad agire quella persona invece della sua coscienza?

 

Istinti animali?

Spirito di gruppo?

Automatismi acquisiti?

Inconscio personale?

Inconscio collettivo?

 

Sono tutti aspetti che, separatamente o congiuntamente agenti in interazioni complesse, influenzano certamente il comportamento di chiunque.

 

Questi però non sono totalmente dati prestabiliti e non modificabili di un rigido programma operativo per quello che può fare un essere umano. Sono il risultato di tutte le sue azioni precedenti e di quelle dei suoi simili.

 

In questo conseguimento siamo tutti coinvolti e quindi responsabili.

 

Ma nessuno accetterebbe di ammetterlo fino al punto di farsi condannare al posto di colui che è ritenuto l’autore del fatto quale suo mandante e corresponsabile di averlo indotto ad agire così.

 

Anche ben sapendo quali pensieri e desideri inconfessabili passano ogni minuto nella nostra mente all'indirizzo di persone, cose, o situazioni particolari.

 

E cosa noi stessi saremmo in grado di fare se non avessimo timore della punizione.

 

Meglio quindi un verdetto di assoluzione per incapacità di intendere e volere, senza nessuno su cui scaricare, o che debba assumersene, la responsabilità.

 

Perché altrimenti, verrebbe fuori che siamo tutti a rischio, giudici e giudicati, non sapendo da che cosa siamo mossi, e quando e come possiamo perdere, senza poter intervenire, i freni inibitori di questa miscela esplosiva di cui siamo composti.

 

grafica e testo

pietro cartella

 

Nota : per chi è interessato ad approfondire le dinamiche di questo meccanismo comportamentale ecco i link ad alcuni articoli precedenti.

 

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29853

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29869

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29911

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29890

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29968

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=31192

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29097

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29098

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29099

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29100

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32100

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32101

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32102

 

 

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Articolo pubblicato il 07/08/2020