![](https://www.bdtorino.net/files/273___Era_una_famiglia_normale_285704432.jpg)
… non ci posso credere!
La conoscevo: era una famiglia normale; non mi sarei mai aspettato che potesse succedere un fatto così.
Quante volte abbiamo sentito affermazioni simili durante interviste a persone coinvolte in fatti efferati avvenuti inspiegabilmente.
Proprio così: inspiegabilmente!
Questa volta però non c’entrano gli Ufo; si tratta di fatti avvenuti tra umani negli ambiti ritenuti più sicuri: la famiglia e gli affetti.
Tralasciandone volutamente cronaca e dettagli, soffermiamoci invece su alcuni aspetti, per così dire, poco indagati anche da chi ha competenze in materia, poiché giudicati irreali, inesistenti, e quindi inutili da prendere in considerazione.
L’aspetto più inquietante di alcuni fatti è costituito dalla evidenza di uno spazio temporale di cui il loro autore dice di non ricordare nulla.
Un raptus si direbbe! Una momentanea incapacità di intendere e volere!
Ed è solitamente quanto in tali casi sostiene la difesa durante il processo.
Ovvero che, in tale lasso di tempo, non era quella persona a gestire l’accadimento perché in stato di incoscienza, stato di coscienza alterata che non permette il controllo delle emozioni, pensieri, volontà ed azioni.
In questo contenitore o stato di raptus, un buco nero senza fondo, vengono inseriti tutti gli elementi considerati probanti di quelli che possono essere stati i moventi e gli elementi scatenanti del fatto che si è compiuto.
Ma se è veramente così che avviene, da cosa è spinta ad agire quella persona invece della sua coscienza?
Istinti animali?
Spirito di gruppo?
Automatismi acquisiti?
Inconscio personale?
Inconscio collettivo?
Sono tutti aspetti che, separatamente o congiuntamente agenti in interazioni complesse, influenzano certamente il comportamento di chiunque.
Questi però non sono totalmente dati prestabiliti e non modificabili di un rigido programma operativo per quello che può fare un essere umano. Sono il risultato di tutte le sue azioni precedenti e di quelle dei suoi simili.
In questo conseguimento siamo tutti coinvolti e quindi responsabili.
Ma nessuno accetterebbe di ammetterlo fino al punto di farsi condannare al posto di colui che è ritenuto l’autore del fatto quale suo mandante e corresponsabile di averlo indotto ad agire così.
Anche ben sapendo quali pensieri e desideri inconfessabili passano ogni minuto nella nostra mente all'indirizzo di persone, cose, o situazioni particolari.
E cosa noi stessi saremmo in grado di fare se non avessimo timore della punizione.
Meglio quindi un verdetto di assoluzione per incapacità di intendere e volere, senza nessuno su cui scaricare, o che debba assumersene, la responsabilità.
Perché altrimenti, verrebbe fuori che siamo tutti a rischio, giudici e giudicati, non sapendo da che cosa siamo mossi, e quando e come possiamo perdere, senza poter intervenire, i freni inibitori di questa miscela esplosiva di cui siamo composti.
grafica e testo
pietro cartella
Nota : per chi è interessato ad approfondire le dinamiche di questo meccanismo comportamentale ecco i link ad alcuni articoli precedenti.
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29853
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29869
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29911
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29890
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29968
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=31192
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29097
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29098
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29099
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29100
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32100
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32101
https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32102
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Articolo pubblicato il 07/08/2020