Calcio, analisi del Torino di Juric: tra intensità e organizzazione

Il calcio moderno è diventato probabilmente molto più probante rispetto a quello di qualche anno fa. Oggi anche le formazioni meno quotate possono dar fastidio alle big con la giusta organizzazione di gioco. Nell’avvio di questo campionato è stato soprattutto il Torino, insieme all’Udinese, a dare la misura del livellamento al quale sta andando incontro il calcio italiano, testimoniato anche dalle quote sui match della Serie A. I granata si distinguono ormai da tempo per le loro ossessioni tattiche. Tutto merito del mister Ivan Juric, un allenatore che non guarda in faccia a nessuno, di quelli che non si lascia mai mancare qualche esternazione a muso duro davanti ai microfoni. La sua difesa a 3 è ormai un marchio di fabbrica, ma non è l’unica caratteristica peculiare del suo Torino.

L’aggressività la fa da padrona nel gioco granata. Il Toro pratica un pressing asfissiante e predilige la marcatura a uomo, oltre che l’anticipo. Paradossalmente, nell’unica sconfitta rimediata nelle prime 5 giornate ha ottenuto comunque un maggiore possesso palla rispetto all’avversario, vale a dire l’Atalanta padrona di casa. I movimenti senza palla sulla fascia si rivelano spesso e volentieri la chiave di volta della manovra di Juric, sempre larga per agevolare il passaggio dalla fase difensiva a quella d’attacco. La ricerca della profondità è essenziale, ma quest’anno con l’innesto di Miranchuk sulla trequarti le soluzioni in zona offensiva possono moltiplicarsi. Il russo è attualmente indisponibile, quindi bisognerà aspettare ancora un po’ per vedere in azione il vero Torino.

Nell’area avversaria servono più uomini possibili e si perde il pallone bisogna schermare subito il regista dell’altra squadra. Non è così semplice colpire questo Torino con le palle alte, ma alla lunga questa interpretazione delle gare risulta molto dispendiosa dal punto di vista puramente energetico. Non sempre, comunque, i giocatori granata devono ricorrere a qualche fallo di troppo per impedire qualche ripartenza e rifiatare: contro la Lazio, ad esempio, è stato conseguito un pareggio a reti inviolate senza subire nemmeno un’ammonizione. La qualità tecnica rimane tuttavia nella media, imparagonabile a quella delle solite big della Serie A.

Giocare con intensità significa soprattutto interrompere il gioco degli altri più che badare a costruire il proprio. Per andare a rete bisogna saper sfruttare degnamente le occasioni, in quanto in alcune partite possono essere anche ben poche per i granata. Adesso che non c’è più Belotti, bisogna faticare ancora di più per affermarsi in avanti, ma finora il rendimento dei piemontesi è stato di tutto rispetto, sebbene siano state incrociate soprattutto squadre di bassa classifica.

L’obiettivo della società è evidente: guadagnare un piazzamento utile per qualificarsi alle coppe europee, non importa quale competizione. Sarebbe un bel passo in avanti per una realtà che di recente ha dovuto combattere più volte contro lo spettro della retrocessione. Le statistiche della passata stagione, che già parlavano di una differenza reti positiva, possono essere ulteriormente migliorate. Il Torino si candida ad essere l’outsider di questo campionato. 3-4-2-1 e tanta corsa: i granata non vogliono più essere dei semplici comprimari.

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Articolo pubblicato il 20/09/2022