I padri separati sono i nuovi poveri

Torniamo ad occuparci del doloroso tema. Lo facciamo con le autorevoli spiegazioni dell'avvocato Angela Auriemma.

Nel tempo ci siamo occupati spesso della triste situazione dei padri separati, ignorati dalle Istituzioni, dall’opinione pubblica e discriminati dalle sentenze di separazione.

Oggi torniamo sul tema prendendo a spunto un’interessante servizio della trasmissione “Avanti Popolo”, condotta da Nunzia De Girolamo, su Rai3.

In detta trasmissione, un papà separato, invitato in studio a parlare della sua storia, ha detto: “I papà separati sono i nuovi poveri”.

Su questa affermazione l’avvocato Angela Auriemma (nella foto a sinistra) ha spiegato: “Sicuramente le difficoltà dei genitori separati sono da ambo due le parti, sia dalla parte del papà che dalla parte della mamma, anche se la statistica parla di numeri molto più elevati di papà separati in difficoltà”.

Ed è proprio a conferma di ciò che il papà presente nello studio di Rai3 ha detto: “I papà vanno a finire nei dormitori. Io ringrazio che ho avuto una famiglia alle spalle, che mi ha potuto sostenere in queste battaglie, nei vari tribunali e nelle varie situazioni. Anche grazie a loro io mio figlio non l’ho mai abbandonato. Ma ci dobbiamo mettere nella condizione di dire e fare un atto di “mea culpa” sul fatto che forse le donne sono sempre avvantaggiate e noi papà ci rimettiamo”.

Parole dolorose di un uomo che ha provato le discriminazioni del sistema giudiziario sulla sua pelle.

A tal riguardo l’avvocato Auriemma ha tenuto a precisare: “La maggior parte delle volte, i figli vengono collocati con la mamma e non con il papà. Di conseguenza l’assegnazione della casa coniugale viene fatta in favore della mamma che vive con i figli. Questo fa sì che quindi il papà debba trovarsi un altro alloggio, debba pagare un canone di locazione se non ha la possibilità di essere ospitato dai genitori”.

Questa disuguaglianza di trattamento giuridico stride molto e sono tantissimi i papà separati – molti dei quali nostri lettori – che ci sottolineano questa disparità di trattamento.

Il papà in studio, con un’enfasi davvero palpabile, ha continuato: “Facciamo facile a parlare di affidamento congiunto. Poi quell’affidamento viene rispettato? No, non viene rispettato! Noi padri ci dobbiamo sempre poi subire le vessazioni di chi usa quell’affidamento congiunto a proprio favore”.

Anche qui è importante fare un approfondimento ed è per questo che l’avvocato Auriemma, forte della sua esperienza forense, senza troppi fronzoli e senza edulcorazioni, afferma: “Tutto quello che racconta questo papà separato è la realtà dei fatti”.

Storie come questa fanno accapponare la pelle. Il fatto che in un Paese democratico e civile vi siano dei papà che – a causa di sentenze impari – finiscono in un dormitorio, in una comunità alloggio o a dormire in macchina è vergognoso.

Il fatto che qualche papà arrivi al punto di non farcela più e di suicidarsi è raccapricciante e noi non possiamo assolutamente stare alla finestra a guardare.

Per questo, con tutta la prudenza del caso, vi garantiamo che torneremo ad occuparci della questione perché - quando si tratta del benessere delle persone - il cronista non può abdicare dalla sua funzione di narratore di quotidianità.

 

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Articolo pubblicato il 13/11/2023