La continua violenza della donna sull’uomo.

Ciò che tutti sperimentano quotidianamente ma di cui nessuno vuole parlare per non correre i rischi di ulteriori ritorsioni e rappresaglie di chi è schierato con il pensiero comunemente condiviso da molti per opportunismo, ottusa ideologia o non del tutto innocente ignoranza.

 

Non è la prima volta che entro del merito della spinosa questione che viene spesso evidenziata dai media quasi esclusivamente in un senso.

 

Non è la prima volta, né sarà l’ultima, poiché non passa giorno che esperti in materia, chiamati ad esprimere il proprio parere professionale, si prodighino nel cercare di spiegare le ragioni di quanto avviene e come si debba, o possa, agire per evitare che tale stato di cose continui all’infinito.

 

La cronaca trova terreno fertile per riempire con il minimo sforzo grandi spazi dei mezzi di comunicazione e si compiace nel descrivere con dovizia gli episodi che riportano le violenze perpetrate dagli uomini sulle donne, senza peraltro tralasciare i casi in cui ci trovi in presenza di violenza di uomini su uomini.

 

Ma quasi sempre tace quando la violenza è imposta da donne su uomini (e spesso anche di donne su donne, vedi rapporti tra suocera e nuora o bullismo femminile di gruppo su ragazze).

 

Forse perché non esiste?

 

O forse perché è talmente radicata nel profondo della coscienza dell’essere umano al punto di considerarla normale?

 

Molto più probabilmente perché tale tipo di violenza si manifesta sotto aspetti non così eclatanti come quelli che più attirano la patologica curiosità della massa, né la possono tenere impegnata per un così lungo tempo da costituire un facile modo per svolgere un lavoro di presunta informazione, che più che cronaca diventa spettacolo macabro, sfruttando le tante tragedie che traggono origine dal buio profondo della coscienza e conoscenza umana.

 

Sono fatti di violenza quotidiana che non fanno audience, non provocano grandi emozioni, non aggregano facili indignazioni, non focalizzano la volontà di giudizio sommario, non suscitano seguito acritico, non sono "sufficientemente produttive e redditizie” per nessuno.

 

Ma sono devastanti per l’animo umano e inducono comportamenti aberranti e indegni di chiunque affermi di appartenere alla schiera degli esseri umani.

 

Tenterò quindi di dare alcuni spunti per una riflessione personale che non vuole essere riferimento per un altro tipo di giudizio, sempre errato, ma un contributo a una, seppur minima, conoscenza del meccanismo che induce alcuni a tali comportamenti, utilizzando come punto di partenza lo schema che segue.

 

 

 

 

Può sembrare complicato e certamente richiede un’attenzione particolare e profonda per un esame completo; quindi per semplificare vi chiedo di considerare solo due aspetti di quanto riportato, ovvero:

 

1 – tutti gli aspetti ed elementi che costituiscono ogni cosa ed essere vivente sono composti da un polo positivo ed uno negativo, ovvero da due parti con caratteristiche opposte che si completano reciprocamente secondo un ben determinato processo naturale (in gran parte sconosciuto ai più, oppure volutamente trascurato da chi lo conosce, per motivi religiosi, politici, filosofici, ideologici, culturali ed altri ancora);

 

2 – l’essere umano con caratteristiche primarie femminili trae impulsi vitali specialmente dalla banca dati delle esperienze terrestri (A), o inconscio collettivo, tramite gli aspetti emotivi, polarizzati negativamente, e li restituisce agli altri esseri umani, all’ambiente e al proprio organismo attraverso gli aspetti mentali, polarizzati positivamente.

 

Se, terminata la lettura di questo articolo, vorrete approfondire l’argomento per comprendere meglio quanto sintetizzato, vi invito a leggere gli articoli correlati i cui link troverete in calce.

 

Per entrare nel vivo della faccenda userò particolarmente quanto affermato nel secondo punto in relazione alla diversa modalità di funzionamento del cervello femminile rispetto a quello maschile (vedi link all’articolo specifico tra quelli riportati in calce).

 

Il cervello femminile, sotto gli impulsi ricevuti, quasi del tutto inconsciamente, dalla banca dati delle esperienze umane (A), o inconscio collettivo, che è il meccanismo più potente e dominante della natura, in modo automatico attraverso i processi emotivi, li elabora, sempre in modo automatico, mediante i processi mentali, poiché le due parti cerebrali deputate a tali processi sono sempre connesse e non possono operare disgiuntamente, neanche volendolo, restituendo il risultato attraverso pensieri espressi in parole ed atti.

 

 

Allo stato dell’arte queste informazioni possono essere facilmente provate con gli strumenti a disposizione dei neuroscienziati mediante l’imaging cerebrale derivato da esami del funzionamento delle aree cerebrali in relazione a impulsi specifici predeterminati. Anche psicologi, medici e psichiatri utilizzano queste informazioni adattate al proprio campo di indagine e istruzione.

 

Cosa questo significhi in termini pratici proverò ad esprimerlo con un esempio.

 

La necessità di sopravvivenza della specie è inscritta nella dna della donna come necessità primaria ed è costantemente alimentata e rinforzata dagli impulsi provenienti dalla banca dati delle esperienze umane al riguardo. Ciò muove gli aspetti emotivi correlati, la cui sintesi finale viene espressa attraverso pensieri, parole ed atti.

 

Ad esempio, se una donna ha figli, o desidera (anche solo a livello inconscio) avere figli, sarà “naturalmente costretta”, suo malgrado, (e malgrado tutto ciò che movimenti di ogni genere, pro e contro, pensano e fanno) ad agire di conseguenza per proteggere la prole o generarne.

 

Di conseguenza essa “costringerà naturalmente” (anche senza rendersene conto razionalmente) tutte le sue controparti e partner ad agire coerentemente con tali esigenze, mettendo in atto (quasi del tutto inconsciamente, lo ripeto) tutte le strategie a sua disposizione. Questo processo non si interrompe mai, né di giorno né di notte, ed è una vera e propria violenza psichica continua (anche se inconscia, ripeto) che, accumulandosi (altrettanto inconsciamente e per cause diverse) nel sistema dell’uomo, può esplodere negli episodi di violenza fisica, senza apparente spiegazione o per futili motivi (la goccia che fa traboccare il vaso), dei quali è piena la cronaca.

 

Questa modalità operativa vale attualmente per qualsiasi tipo di impulso che l’inconscio collettivo invia allo “strumento vivente donna” e che poi giunge “elaborato automaticamente” attraverso di esso allo “strumento vivente uomo”, e continuerà a funzionare così fino a quando i due strumenti saranno in grado di operare disgiuntamente in modo autonomo e sufficientemente cosciente (condizioni che si potranno verificare solo dopo un processo di completa trasformazione strutturale dei due).

 

Se tutto procede bene e i comportamenti conseguenti sono dettati da una coscienza sufficientemente matura secondo tali direttive, accade ciò che ci si attende coerentemente nelle relazioni tra sessi e tra componenti famigliari, almeno per il tempo sufficiente a completare la funzione designata dal proprio ruolo naturale.

 

Se tali relazioni si protraggono troppo oltre o vengono forzate per ragioni etiche, emotive, di convenienza o unidirezionali, si assiste all’inversione polare degli aspetti funzionali in modo disorganizzato e pericoloso poiché non in armonia reciproca.

 

I casi più evidenti sono facilmente osservabili nei rapporti tra madri e figli o tra partner (anche dello stesso sesso). Anche tra padri e figlie valgono le stesse regole, ma si tende a tenerle più nascoste perché considerate meno naturali e più morbose.

 

Dietro ogni uomo famoso c’è una donna che lo ispira e sostiene. Ciò comporta dei pro e dei contro, esattamente come avviene al contrario però in modo non così direttamente accessibile.

 

È universalmente risaputo quanto sia importante, per non dire determinante, il peso della madre sulla capacità dei figli maschi di conquistare la propria autonomia.

 

Ed è altrettanto nota, anche se volutamente ignorata, l’impossibilità di una donna nel cambiare un uomo esattamente come il contrario.

 

La violenza psicologica della donna sull’uomo è una costante pressoché inevitabile svolta con tutti i mezzi, coscienti o incoscienti, leciti o illeciti. Essa non può terminare mediante una azione volontaria e diretta della donna; ciò può avvenire solo attraverso un processo di cambiamento duro e faticoso della coscienza per riuscire a liberarsi dai legami automatici e inconsci con l’inconscio collettivo. Questo non è, e non può essere comunque, un alibi per l’uomo che deve imparare a fare la sua parte fino in fondo anziché cercare di cavarsela diversamente senza farsi sottilmente prevaricare da tali situazioni rispondendovi brutalmente (che è il modo più spiccio, inutile e dannoso per farlo).

 

Spesso mi trovo a lavorare su questo argomento con gruppi quasi esclusivamente composti da donne, le quali, dopo le prime reazioni, comprensibilmente sconcertate o controverse, arrivano velocemente a comprendere (perché quando vogliono sanno farlo molto bene) il senso di ciò che hanno sentito, confrontandolo con la realtà delle proprie esperienze. A quel punto sono esse stesse a prendere in mano le redini del discorso e, avendo riconosciuto principi che già appartenevano alla loro essenza profonda, ne ristabiliscono la validità nel presente con tutte le conseguenze del caso, prendendosene la responsabilità diretta senza scaricare colpe, che non ci sono, su altri o sé stesse, ma cercando di agire in modo coerente con essi, dando una dimostrazione di intelligenza che manca ancora certamente a gran parte degli uomini.

 

Non si tratta di lacune culturali o educative ma della mancanza di conoscenza dei principi di funzionamento naturale delle cose, almeno fino a quando essi possano essere trascesi, su cui cultura ed educazione possono fondarsi correttamente. Sono dati di fatto come lo è l’incapacità di una matura elaborazione razionale dell’uomo a rispondere in modo equilibrato alle sollecitazioni che gli arrivano dalla donna e alle quali egli reagisce, anche in questo frangente in modo automatico, quindi incontrollabile, secondo il suo stato di coscienza ancora troppo spesso squilibrato e brutale.

 

Neppure si tratta di un tentativo di giustificare il comportamento immaturo, impulsivo e bestiale dell’uomo, ma solo di mettere in luce il meccanismo nascosto che produce questo stato di cose. Gli uomini, volenti o nolenti, devono farsi carico responsabile della propria incapacità a pensare ed agire con razionalità e pacatezza, quanto le donne devono (e possono) rendersi conto che senza un loro diverso e cosciente approccio alle cose della vita, questo stato di fatto tenderà solo a degradare ulteriormente peggiorando la situazione.

 

Inoltre fino a quando tutte le parti in causa, ma specialmente quelle in difesa della parte ritenuta più debole, riterranno che l’unico modo corretto di agire per modificare tale stato sia quello di “costringere”, culturalmente, socialmente o punitivamente, l’altra parte a cambiare, tale processo degenerativo sarà ancora più potenziato e ulteriormente disseminato, ottenendo esattamente il contrario di quanto desiderato.

 

Infatti la risposta dell’uomo è strettamente condizionata dalla caratteristica dell’impulso che riceve dalla donna che, sola, ne può variare contenuto e qualità. Per questo è noto il detto (tratto da questa legge naturale) che dietro ogni grande uomo c’è una grande donna (legge che agisce sia in senso positivo che in senso negativo).

 

Le risposte degli uomini sono peraltro condizionate anche da altri fattori loro propri. Infatti …

 

Solo gli uomini con la condizione di coscienza più debole non vedono altra alternativa che rispondere a tali sollecitazioni psichiche con la violenza fisica, quella più facilmente evidente e perciò più altrettanto facilmente perseguibile a termini di legge. Essi tentano, mediante la violenza fisica, di arrivare ad una conclusione certa e definitiva dello stato di continua vessazione alla quale si sentono sottoposti.

 

Quelli che hanno una coscienza appena un po’ più forte tornano a vivere dalla mamma (dalla padella alla brace) o cercano una nuova compagna (per continuare a cuocere a fuoco lento nello stesso brodo).

 

Altri scelgono di tornare a vivere da soli (sperando di cavarsela meglio o di scampare il pericolo e respirare almeno per un po’).

 

Solo pochi riescono a lasciar emergere e sviluppare le necessarie caratteristiche di resilienza di una coscienza sufficientemente intelligente per continuare la convivenza, che ha comunque aspetti positivi almeno pari a quelli negativi, anche se questi ultimi sembrano sempre prevalere.

 

Quanto riportato in questo articolo non pretende di essere vero e giusto, essendo umanamente impossibile, ma semplicemente e doverosamente un diverso punto di osservazione delle cose da prendere in considerazione per approfondire meglio le origini e le dinamiche dei fatti che accadono e ai quali si tende sempre a voler dare una spiegazione tra quelle già contenute all’interno di un elenco condiviso e consolidato dall’opinione della massa e dei suoi rappresentanti istituzionali, ma che è estremamente limitativo, impreciso e parziale, quando non sottilmente tendenzioso e grossolanamente errato.

 

Si dice che il mondo è delle donne. E’ e sarà vero ancora per un po’, almeno fino a quando sarà chiaro che queste dinamiche continueranno ad esistere anche in un mondo di sole donne.

 

Ma allora non ci sarò più, e anche questo è un dato di fatto (confortante).

 

Fino ad allora preferisco un mondo senza esclusioni di alcuno, comunque la si pensi e qualunque conseguenza comporti; un mondo in cui ciascuno, indiscriminatamente, prima o poi, venga inchiodato alle sue responsabilità attraverso le esperienze che la vita gli assegnerà, anche contro tutte le sue convinzioni e tentativi di cavarsela diversamente, adottando tutti i mezzi necessari per arrivare allo scopo, senza curarsi delle sofferenze implicite nelle coerenti strategie operative adottate, per conseguire finalmente il bene della coscienza individuale e collettiva.

 

Più che probabile, inevitabile!

 

In un prossimo articolo indagheremo come l’uomo dovrà cambiare radicalmente approcci e comportamenti verso la donna (comprese tutte le sfumature tra le parti polari maschili e femminili di ciascuno di loro).

 

 

schemi e testo

pietro cartella

 

link agli articoli di approfondimento delle tematiche trattate

 

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29853

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29869

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29911

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29890

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29968

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=31192

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29097

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29098

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29099

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29100

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32100

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32101

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32102

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=31187

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=31188

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=31189

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32406

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32421

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32434

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32443

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32455

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32463

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32476

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32477

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32539

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=32589

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29969

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=30014

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=30133

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=30311

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=30753

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=30754

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=30755

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=30756

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=30757

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=30760

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=31880

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=33435

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=33605

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 19/09/2020