L'Europa contro Pianura Padana e Puglia

E’ ormai assolutamente chiaro ed incontrovertibile che nei palazzi europei vi sia un astio immotivato verso l’Italia e gli italiani.

Notizia di questi giorni è l’ennesimo attacco dell’Unione Europea all’agricoltura italiana.

Nel 1962 venne varata una Politica Agricola Comune (PAC) con lo scopo di rappresentare “una stretta intesa tra agricoltura e società, tra l’Europa e i suoi agricoltori”.

Negli obiettivi della politica agricola comune vi erano, fra gli altri, “sostenere gli agricoltori e migliorare la produttività agricola, garantendo un approvvigionamento stabile di alimenti a prezzi accessibili” e “mantenere in vita l’economia rurale promuovendo l’occupazione nel settore agricolo, nelle industrie agroalimentari  e nei settori associati”.

Per fare questo, dunque, l’Europa ha deciso di emettere un documento di “avvicendamento delle colture” per il quale “arriva lo stop alla coltivazione di grano e mais per 12 mesi, per ragioni di tutela ambientale e sostenibilità. Lo stop riguarda la Puglia e la Pianura Padana”.

Guarda caso a Bruxelles intendono “sostenere gli agricoltori e migliorare la produttività agricolaimpedendo agli agricoltori padani e pugliesi di poter svolgere il loro lavoro.

Questo, manco a dirlo, avrà delle ricadute devastanti sul mercato agricolo della Puglia e della Pianura Padana. Ovviamente il crollo di mercato di queste due macro aree creerà danni immani all’economia nazionale.

Sul sito della Commissione Europea si legge che “gli agricoltori devono affrontare una duplice sfida: produrre alimenti e contemporaneamente proteggere la natura e salvaguardare la biodiversità. Utilizzare con prudenza le risorse naturali è essenziale per la nostra produzione di alimenti e per la nostra qualità di vita – oggi, domani e per le generazioni future”.

Leggendo queste cose vien da pensare che l’Unione Europea abbia a cuore tutte le 10 milioni di aziende agricole e i 22 milioni di soggetti che lavorano regolarmente nel settore.

Invece no. E’ ormai assolutamente chiaro ed incontrovertibile che nei palazzi europei vi sia un astio immotivato verso l’Italia e gli italiani.

Non lo diciamo per dire ma rammentiamo vividamente quando – il 4 luglio 2021 – l’Onorevole Angelo Ciocca (nella foto a sinistra), “Lega”, diceva: “Un negoziato durato tre anni quello sulla nuova riforma della Politica Agricola Comune. L’Italia tuttavia riceverà 6 miliardi in meno rispetto al periodo 2014-2020. Una assurdità, l’ennesima targata UE. Per i nostri agricoltori ci saranno più compiti, per meno risorse!”.

Da quel dì sono passati oltre due anni ma la solfa non è cambiata. L’Europa a trazione franco-tedesca odia l’Italia e fa tutto quanto in suo potere per danneggiare il Popolo Italiano.

Il 09 giugno 2024 gli italiani saranno chiamati ad esprimersi per le Elezioni Europee 2024. Sosterranno ancora questa “matrigna cattiva”?

 

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Articolo pubblicato il 17/10/2023